Vene varicose: sintomi e rimedi
(a cura di Redazione Paginemediche) – Le vene varicose sono dilatazioni delle pareti venose e sono dovute a diversi fattori. Predisposizione genetica, posture sbagliate, un’alimentazione scorretta e la mancanza di esercizio fisico, sono solo alcuni dei fattori che favoriscono il ristagno dei liquidi negli arti inferiori e una peggiore funzionalità del micro-circolo con conseguente sensazione di gonfiore e dolore delle gambe, condizione che può sfociare nella comparsa delle varici.
Che cosa sono le vene varicose?
Le vene varicose, oltre ad essere un fastidioso inconveniente estetico, rappresentano una patologia vascolare di grande rilievo che interessa soprattutto le donne. Si tratta di dilatazioni permanenti delle pareti venose che colpiscono essenzialmente gli arti inferiori (grande o piccola safena e/o loro tributarie). La comparsa delle varici è principalmente dovuta a fattori di ordine genetico che portano ad assottigliare le pareti delle vene e a far perdere di funzionalità le valvole e i condotti venosi che, in posizione eretta, facilitano il ritorno del sangue dagli arti inferiori al cuore (insufficienza venosa).
Capillari e vene varicose
Le vene varicose hanno un’origine prevalentemente genetica, in rari casi l’origine può essere legata ad un trauma o ad una malformazione congenita. L’attività lavorativa sedentaria o in piedi può determinare gonfiore delle gambe, ma non è dimostrato che sia una causa diretta di insorgenza delle vene varicose.
I capillari invece sono spesso legati alla cellulite e quindi risentono di tutti quei fattori predisponenti che provocano questo fastidioso inestetismo, quali l’uso di estroprogestinici, la vita sedentaria, una alimentazione scorretta povera di antiossidanti (da questo punto di vista, si raccomanda di mangiare crudo e colorato), il fumo. Inoltre, la relazione tra i due disturbi non è biunivoca: una paziente con le vene varicose può avere anche i capillari, ma i capillari non sono una patologia che precede le vene varicose.
Epidemiologia e cause
Le vene varicose sono una patologia prevalentemente femminile, che colpisce le donne in età fertile per una questione ormonale principalmente legata alla presenza degli estrogeni. Altri fattori che influiscono sulla comparsa delle varici sono il numero di gravidanze, l’uso degli anticoncezionali orali, la ritenzione idrica e il sovrappeso. A questo si aggiungono fattori ereditari, ma anche le abitudini di vita, l’attività lavorativa (professioni che costringono a stare molto tempo in posizione eretta come panettieri, parrucchieri o chirurghi), la stipsi cronica, una dieta sbagliata e il fumo.
I sintomi delle vene varicose
I sintomi che derivano dalle varici sono comuni e di frequente riscontro: senso di pesantezza e gonfiore delle gambe, edema dei piedi e caviglie, formicolio, bruciori, crampi notturni e prurito.
I disturbi si fanno sentire soprattutto in estate quando, a causa delle alte temperature esterne, le vene si dilatano ulteriormente, diventando più evidenti. Spesso le donne con varici evitano di portare gonne o di mettersi in costume.
Oltre al danno estetico, le vene varicose vanno trattate innanzitutto per le possibili complicazioni cui possono portare: flebiti, trombosi, embolie polmonari, emorragie, infezioni, eczema da stasi e ulcere alle gambe.
Diagnosi
Una buona visita medica è sufficiente a stabilire quale grado le varici abbiano raggiunto e quale rischio comporta tenerle. Dalla visita deriva anche la scelta della terapia.
Talvolta, è necessario completare la visita con un esame diagnostico indolore ed innocuo, l’ecocolordoppler, che serve per escludere complicazioni maggiori a carico delle vene profonde (trombosi soprattutto) e a stabilire quale approccio terapeutico è meglio usare tra quelli a disposizione. Una volta fatta la diagnosi è oggi possibile trattare le varici.
Come prevenire le vene varicose
La bellezza e la salute delle gambe femminili passa innanzitutto per una buona prevenzione. Per quanto riguarda le vene varicose, essendo questa malattia prevalentemente di origine genetica, non è possibile evitare la sua manifestazione. Tuttavia, laddove ci sia un soggetto predisposto a sviluppare le varici, può rallentarne l’evoluzione indossando calze elastiche o facendo regolare uso di sostanze di origine vegetale che rinforzano la parete delle vene, come ad esempio Centella Asiatica.
Per prevenire i capillari, invece, si possono fare molte cose, tra queste ne ricordiamo tre:
- Prima regola d’oro della prevenzione delle varici è fare movimento, cercando di non rimanere mai troppo a lungo nella stessa posizione, seduti o in piedi. Così facendo, si potrà dare una mano al riflusso sanguigno dalla periferia al cuore, evitando il ristagno dei liquidi. Un bon tono muscolare, inoltre, aiuta anche a prevenire la cellulite.
- Anche controllare il peso corporeo aiuta. Quando si avvertono i primi sintomi, ovvero pesantezza e stanchezza delle gambe, crampi o formicolii, dormire con un cuscino sotto il materasso aiuta a tenere le gambe più in alto rispetto al cuore e a far rifluire il sangue venoso. Anche evitare i bagni molto caldi e i tacchi troppo alti può essere d’aiuto.
- Infine l’alimentazione. Innanzitutto, è importante bere molta acqua, preferibilmente a basso contenuto di sodio. In secondo luogo, si consiglia di mangiare cibi che contengono antiossidanti, come i frutti di bosco e i mirtilli in particolare. Anche il tè verde contribuisce a mantenere i vasi sanguigni in buona salute.
Trattamenti per la cura delle varici
Se la comparsa delle varici è in una fase iniziale, l’utilizzo delle calze elastiche può aiutare molto. Le calze vanno prescritte da un angiologo e comprate in farmacia; queste aiutano la circolazione sanguigna con una compressione graduata, che solitamente è più forte alle caviglie e man mano più lieve al polpaccio e alla coscia. Sarà l’angiologo, comunque, a consigliare e a prescrivervi le più adatte al caso.
La chirurgia, soprattutto quella mini-invasiva, trova indicazione quando i principali assi venosi (le safene) sono alterati. La chirurgia, oggi, offre tre possibilità. L’intervento classico è lo stripping, cioè la rimozione della safena mediante una sonda. Questo intervento è oggi sostituito in molti casi da trattamenti endovascolari, quali il Laser endovascolare (EVLT), la Scleromousse, la Radiofrequenza ed altri ancora che hanno come finalità quella di chiudere la safena senza asportarla. Questi trattamenti sono senz’altro meno invasivi dello stripping ma portano allo stesso risultato, e cioè alla demolizione dell’asse safenico. La terza possibilità è quella di ricorrere alla chirurgia emodinamica conservativa (CHIVA)che con un intervento mini-invasivo permette di conservare la safena eliminando le inestetiche vene varicose. Questo intervento, proposto in Francia nel 1988, offre ottimi risultati a distanza.
La scleroterapia, oggi potenziata dalla possibilità di iniettare le vene sotto guida ecografica e di usare la “mousse”, può essere impiegata sia per le safene, le collaterali, le piccole vene blu ed i capillari. Non si tratta di un intervento chirurgico ma di iniezioni nelle vene che le fanno ‘riassorbire’ e trasformare in condotti chiusi. Il problema della scleroterapia è la ricanalizzazione dei vasi trattati che si accompagna alla ricomparsa della vena varicosa. Questa evenienza è tanto più frequente quanto maggiore è il calibro dei vasi trattati.
Il laser transdermico è una metodica efficace, ma trova poche applicazioni sulle gambe; si trattano con il laser i capillari più piccoli e fini. I risultati migliori si hanno sui capillari del viso (cuperose) dove la cute è più sottile.