Tendinite o tendinosi? Prevenzione e cura di un fastidio comune a molti runner
Il termine tendinite viene usato, e spesso abusato, per indicare uno stato infiammatorio del tendine. Si è constatato da diversi studi scientifici che l’infiammazione del tendine, tra l’altro pochissimo vascolarizzato, è rarissima. Si infiammano piuttosto le strutture che lo circondano con sintomi di dolore, gonfiore e disabilità.
La specifica degenerazione delle fibre tendinee invece viene chiamata tendinosi. Questa invece può non manifestare sintomi dolorifici avendo come causa l’invecchiamento dei tessuti o una eccessiva e ripetitiva usura delle fibre.
La tendinopatia è quindi il termine che raccoglie le diverse affezioni che un tendine può presentare. Comprese la tendinite e la tendinosi. Le tendinopatie più frequenti nei runners, la cui mappa del dolore abbiamo già visto nel primo articolo, sono:
–Tendinosi quadricipitale
Caratterizzata da un dolore, anche alla palpazione, sopra la rotula, centralmente o medialmente. Peggiora durante salti, corsa o squat e il ginocchio risulta dolorante e rigido anche a fine attività e al mattino al risveglio.
–Ginocchio del saltatore, tendinite o tendinosi del rotuleo
E’ una infiammazione delle fibre tendine che ricoprono la rotula dovuta a microlesioni da sovraccarico. Il dolore, sotto la rotula, peggiora durante la flessione del ginocchio specialmente in carico e può complicarsi con la rigidità articolare e la debolezza del quadricipite.
–Tendinosi del Popliteo
E’ caratteristica nei runner che percorrono molti chilometri. Il muscolo popliteo ha sede posteriore nel ginocchio e permette di completarne l’estensione. Caratteristicamente la sua tendinosi provoca un atteggiamento posturale a ginocchia piegate; l’estensione completa comporterebbe una maggiore tensione sul tendine e quindi maggior dolore. Si manifesta con un dolore acuto, durante o postcorsa, sull’esterno del ginocchio; tipico anche di altre patologie dei runner (sindrome della bandelletta e meniscopatie).
–Tendinopatia dei muscoli ischio-crurali
Gli ischiocrurali sono tre muscoli che originano dal bacino e si inseriscono, o passano attraverso i loro tendini, posteriormente al ginocchio. Sono deputati a flettere posteriormente il femore proiettando in avanti il corpo. Sono motori fondamentali nella corsa e spesso i loro tendini si lesionano provocando dolore immediato dietro al ginocchio.
Per prevenire le tendinopatie consigliamo di :
° effettuare un adeguato riscaldamento precorsa.
° evitare i sovraccarichi di distanza, velocità, tipologia di superficie, dislivello.
° evitare posture e movimenti ripetitivi e scorretti.
° allenare la corretta esecuzione del gesto atletico.
° rispettare i tempi di recupero, diversi per età e per tipologia di corsa.
° evitare il sovrappeso.
La professoressa Jill Cook, dell’Università LaTrobe di Melbourne e una delle massime esperte di tendinopatie al mondo, ci aiuta ad impostare un corretto approccio riabilitativo:
Il riposo assoluto riduce la capacità del tendine di sopportare i carichi, peggiorando quindi la patologia esistente. Effettuare esercizi in carico rimanendo sempre sotto la soglia del dolore.
I trattamenti passivi come ghiaccio o elettroterapia possono ridurre il dolore nel breve periodo, ma sono totalmente inefficaci sul lungo periodo.
Il dolore non deve fare paura, ma deve essere usato negli esercizi come segnale per capire quanto il tendine può essere caricato. Il dolore ci aiuta a capire come ricalibrare i carichi che il tendine può sopportare. Uno dei più grandi errori che fanno i runner è correre coperti da antinfiammatori e antidolorifici inibendo questo importantissimo feedback.
Lo stretching passivo aumenta le forze compressive sul tendine peggiorandone la sintomatologia. Massaggiare direttamente il tendine può dare un sollievo momentaneo salvo poi peggiorare di nuovo in poco tempo. Evitare assolutamente di usare i foam roller direttamente sul tendine. Il massaggio può invece essere utile sulla muscolatura che si attacca al tendine sofferente.
Dedicare poco tempo alla riabilitazione non funziona. Terapie passive (ultrasuoni, tecar, tens) possono portare nel migliore dei casi solo un beneficio a breve termine. Quando il tendine verrà risottoposto ad un carico importante il dolore si ripresenterà. Una buona riabilitazione di un tendine, della durata di 3 mesi, porta a ottimi risultati nel lungo periodo.
Salti, cambi di direzione, sprint sono attività da evitare nel primo periodo e da gestire con un aumento progressivo in seguito. Esercizi di forza possono invece aiutare molto la guarigione di un tendine.
N.B. Per la complessa e variabile definizione patologica di un dolore tendineo al ginocchio se ne consiglia il parere di uno specialista che può confermarne la diagnosi.
(Ft. Dario Domeniconi, Fisiorunning.net, per La Gazzetta Dello Sport)