Sport e tendini: consigli utili

tendini

Molto spesso sport e tendini, due termini apparentemente inscindibili nella pratica, entrano in contrasto tra loro: chi non ha provato almeno una volta un dolore conseguente allo svolgimento del gesto atletico?

I tendini sono strutture indispensabili al movimento che fanno sì che l’attività del muscolo si trasmetta all’apparato scheletrico in modo da garantire il movimento delle articolazioni; a volte possono andare incontro a fenomeni che ne alterano l’integrità dando luogo a quelle che vengono indicate come tendinopatie.

Una tendinopatia può insorgere solitamente in seguito a varie cause come: abbigliamento e calzature non adeguate, corsa su terreni sconnessi o duri, errata esecuzione tecnica dell’esercizio, vizi posturali. Insomma in tutte le condizioni che possano sollecitare in maniera anomala la “inserzione” tendinea.

Il sintomo principale è il dolore localizzato nella sede anatomica in cui si trova il tendine o dove questo si inserisce. Ogni sport ha i suoi specifici punti deboli in relazione al gesto atletico eseguito. Per l’arto superiore alle tendinopatie della cuffia dei rotatori della spalla va associata quella del capo lungo del bicipite che insieme rappresentano una gravosa fonte di dolore a questo livello; gli sport che più frequentemente possono essere interessati sono quelli correlati a gestualità “overhead” come il baseball, lancio del giavellotto ed alcune specialità del nuoto. Sempre nell’arto superiore la tendinopatia del gomito è una patologia molto comune, conosciuta come “epicondilite” o “gomito del tennista” se localizzata lateralmente al gomito o come “gomito del golfista” quando a essere interessata è la regione mediale.

Nell’arto inferiore le pubalgie la fanno da padrone e sono una sindrome dolorosa che insorge soprattutto in sport quali l’hockey, il calcio e il rugby.

Infine, la tendinopatia rotulea è definita anche con “ginocchio del saltatore”.

Le indagini che possono aiutare a fare diagnosi prevedono la radiografia tradizionale come supporto e serve a escludere la presenza di altre patologie; l’ecografia invece rappresenta l’esame di prima scelta e la Risonanza Magnetica Nucleare fornisce molte informazioni sullo stato del tendine.

Qualsiasi trattamento deve avere inizio il più precocemente possibile. I trattamenti convenzionali più utilizzati sono l’assunzione di antinfiammatori non steroidei, ghiaccio, riposo, manipolazioni. Anche le terapie strumentali come Tens, Tecar e Laser Hilt possono integrare il programma riabilitativo.

Oggi l’orientamento comune è quello di eseguire percorsi terapeutici di tipo biologico con l’impiego di concentrati di piastrine o di cellule staminali che possano ridurre la componente infiammatoria e stimolare il processo riparativo in sede inserzionale. Nei casi più resistenti o d’insuccesso dei trattamenti conservativi è necessario far ricorso al trattamento chirurgico oggi praticabile anche per via percutanea con radiofrequenze in grado di cicatrizzare le lesioni inserzionali responsabili del dolore.

Prof. Francesco Falez

Direttore U.O.C. Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale Santo Spirito in Sassia – Responsabile Ortopedia e Trauma Center presso il Rome American Hospital

ROME AMERICAN HOSPITAL

[Fonte http://www.corrieredellosport.it/news/inroma/2016/04/27-10982419/sport_e_tendini_consigli_utili/]