SOS ginocchio dell’automobilista: a lungo andare l’articolazione può infiammarsi
Punto primo: parliamo di chi già soffre di tendinite a un ginocchio e, pigiando sui pedali in auto, sollecita la giuntura peggiorando le cose. Allora, come prevenire i guai? Al di là di qualche considerazione empirica, ecco cosa ci ha spiegato il dottor Andrea Casolino, medico chirurgo, specialista in medicina legale. “Anzitutto, nel premere l’acceleratore, non si dovrebbe coinvolgere più di tanto l’articolazione del ginocchio, in quanto la corretta postura prevede che il piede destro abbia un’angolazione di circa 45° rispetto al pianale del veicolo, col collo del piede a 90°, utilizzando pertanto la flesso-estensione della tibiotarsica e senza grosso coinvolgimento del ginocchio”. Il guaio nasce da una posizione di partenza errata.
FRENO
“Nell’usare il freno – dice Casolino – si è costretti a sollevare da terra il piede destro e si preme con forza con arto inferiore in semiflessione bloccata, con sforzo attivo del quadricipite femorale che tende il tendine rotuleo: durante la guida, anche solo mediante accelerazione e decelerazione, con una posizione corretta, si ha per lo più uno stress dei muscoli estensori della coscia e della gamba, che alla lunga può influire anche sui tendini infiammati del ginocchio, primo fra tutti il tendine rotuleo”. Va infatti ricordato che la rotula non solo “protegge” il ginocchio, ma permette lo scorrimento del tendine rotuleo senza che quest’ultimo vada incontro a precoce “consumo”.
PROBLEMA DEL SINISTRO
Ovviamente, ci può essere lo stesso problema al ginocchio sinistro. Che anzi viene sollecitato di più. “L’arto inferiore sinistro normalmente ‘a riposo’ – illustra Casolino – ha l’appoggio fisso sulla postazione accanto alla frizione, con riduzione delle stress muscolare. Quando si aziona la frizione (se non si ha il cambio automatico) si attivano il muscolo tibiale anteriore, il muscolo quadricipite femorale e l’ileo-psoas, con affaticamento di questi gruppi muscolari, della regione lombare e su un ginocchio eventualmente ‘patologico’. Maggiore è il numero di volte che si fa il movimento incriminato (frenate e ripartenze, frequenti cambiate) e superiore e lo sforzo sui pedali (comandi non servo assistiti, ormai obsoleti, o frenate brusche), e di riflesso più grande è lo stress muscolare e articolare (al ginocchio)”.
LA CHIAVE? L’ERGONOMIA
La soluzione per impedire che una tendinite al ginocchio peggiori, o per limitare i guai, è semplice: “Occorre – dice Casolino – un corretto posizionamento dei diversi distretti corporei (ergonomia della posizione di guida) e uno stile di guida adeguato, che permettono di non ‘affaticare’ troppo gli arti inferiori (e la schiena). Tanto più se si passano parecchie ore nel traffico, o se si è guidatori professionali con patenti superiori”. Quindi, regolare la posizione del sedile in modo tale da riuscire a premere a fondo e facilmente i pedali della frizione e dell’acceleratore. Così, si eviteranno movimenti eccessivi delle caviglie e le ginocchia potranno “riposare” in una posizione intermedia senza rischio di sovraccarico. Regolare l’altezza e la profondità del volante in modo da consentire il movimento delle cosce quando si azionano i pedali e una buona visibilità del tachimetro. E per capire se e quanto il ginocchio sia infiammato al tendine rotuleo, “l’esame più facile – illustra Casolino – è l’ecografia osteo-articolare e capsulo-legamentosa, eventualmente integrabile dalla risonanza magnetica”. (omniauto.it)