Quali sono i vari tipi di frattura e come si ripara oggi una «gamba rotta»
Le fratture: cause, sintomi e diagnosi
Le fratture alla gamba in gran parte dei casi riguardano la porzione intermedia, detta diafisi, della tibia e talvolta del perone.
Cause più frequenti sono: incidenti automobilistici dove, in caso di collisione, le ginocchia rimangono incastrate sotto il cruscotto e la gamba si rompe; cadute o incidenti in moto o in bicicletta; durante l’attività sportiva si può verificare una frattura in seguito a un movimento di iperestensione della gamba o a un trauma diretto.; a volte siamo in presenza delle cosiddette fratture da stress, legate a microtraumi ripetuti.
I sintomi: gonfiore locale; difficoltà a muovere la gamba; deformazione della gamba (in caso di fratture scomposte/esposte).
La diagnosi passa da: una radiografia, che permette anche di chiarirne le caratteristiche. Le fratture da stress possono sfuggire alla radiografia. In questo caso se il sospetto è forte si può ricorrere ad altre indagini come la Tac o la risonanza magnetica.
Quali sono le diverse fratture – A legno verde, aperta
Le fratture diafisarie della gamba possono avere caratteristiche diverse.
Le principali sono:
frattura a legno verde: sono le fratture tipiche nei bambini che hanno ossa più morbide e flessibili. L’osso forma delle crepe, ma non si rompe del tutto, proprio come quando si tenta di rompere un bastone di legno verde.
Aperta o esposta: l’osso fratturato ha superato la cute sovrastante ed è a contatto con l’ambiente.
Chiusa: l’osso si frattura, ma il mantello cutaneo rimane intatto.
Composta: le parti dell’osso interessate dalla frattura rimangono allineate.
Scomposta: la frattura è caratterizzata dallo spostamento dei monconi ossei rispetto alla sede anatomica originale.
Completa: l’osso si rompe in modo completo, creando due monconi.
Incompleta: l’osso si rompe solo parzialmente.
Semplice: l’osso presenta un’unica linea di frattura che può essere dritta, obliqua o a spirale.
Comminuta: l’osso è rotto in tante piccole parti.
A farfalla: la frattura determina due monconi e un terzo frammento isolato.
Le cure
L’immobilizzazione dell’arto con il gesso è il trattamento più utilizzato in caso di fratture semplici, composte o a legno verde.
Nelle fratture diafisarie della tibia viene ingessata tutta la gamba, dal piede all’inguine. Il gesso va tenuto per almeno 4 settimane.
Per fratture più complesse, (comminute, scomposte, ecc) in genere si ricorre all’osteosintesi, un intervento chirurgico con viti, placche o chiodi endomidollari, per mantenere in contatto i segmenti ossei fino alla consolidazione del callo osseo.
Quando l’osso si è saldato, si possono rimuovere chiodi, viti e placche con un secondo intervento (c’è chi li toglie sempre e chi solo in casi selezionati).
In caso di fratture scomposte aperte in genere si ricorre a fissatori esterni che tengono allineato l’osso e consentono il lavaggio della ferita per prevenirne l’infezione, la quale potrebbe compromettere la guarigione.
Una volta che si è ristabilita l’integrità del mantello cutaneo, alcuni ortopedici tolgono i fissatori esterni e procedono con l’osteosintesi. Altri mantengono i fissatori fino a completa guarigione. (corriere.it)