Protrusione discale, come limitare i guai in auto
(di Redazione Omniauto.it) – Quando gli ammortizzatori non funzionano più bene, c’è un problema: questo vale per le auto, ma vale anche per… voi guidatori. Infatti, c’è chi soffre di protrusione discale. Questo maledetto dischetto che si deforma ed esce dalla sede può fare più o meno male a seconda della gravità della situazione: se è poca roba, si convive tranquillamente, con qualche dolorino ogni tanto; ma se comprime le radici nervose e la guaina che riveste il midollo spinale, allora la sofferenza sale. Anche al volante.
Così la combatti
1# Seduta. È chiaro: serve un medico e poi uno specialista, come un fisioterapista. Ma intanto, in auto, è utile seguire qualche accorgimento per evitare che le cose peggiorino. Numero uno: la postura. Al volante, dev’essere sempre corretta, non troppo rannicchiata né troppo distesa. E secondo: ogni quarto d’ora è opportuno cambiare di pochi millimetri la seduta, un pochino più avanti o più indietro col bacino, in modo che non ci sia sempre pressione su determinati punti della schiena; è meglio se le tensioni vengono distribuite al meglio lungo la colonna vertebrale. Terzo: sgranchirsi le gambe ogni ora, per riattivare la circolazione, rilassare la muscolatura, alleviare eventuali dolorini.
2# Farmaci. Sappiamo bene che medicine e guida sono un cocktail diabolico: stanchezza e sonnolenza sono in agguato. Ma i farmaci, sotto stretto controllo medico, sono adatti a combattere la fase acuta. Assumeteli non prima di guidare: l’ideale è prenderli dopo cena, dormire, e poi mettersi in viaggio. Durante lo spostamento in auto, cercate di guidare su strade senza troppe sconnessioni, così che la schiena non risenta delle vibrazioni.
3# Niente fumo. L’avrete già sentito mille volte: il fumo massacra la salute. Forse non sapete che il fumo (oltre all’uso eccessivo dell’auto) favorisce le discopatie. Uno studio pubblicato sul Journal of Bone and Joint Surgery (JBJS) fornisce nuovi dati sul legame fra discopatie, mal di schiena e tabagismo. Anche il sovrappeso è micidiale: in quel caso, cercare di dimagrire, o almeno di non ingrassare.
Terapia conservativa e prevenzione
Anzitutto, ricorda il ministero della Salute, per capire qual è il guaio alla schiena, possono servire indagini strumentali, quali esame radiografico, risonanza magnetica nucleare e tomografia assiale computerizzata. A discrezione del medico o dello specialista. Il trattamento è quasi sempre conservativo: fisioterapia anzitutto. E comunque, la prevenzione va fatta anche sul posto di lavoro: la postazione dev’essere adattata all’altezza del soggetto e alle sue mansioni specifiche. Nella posizione seduta protratta si deve avere cura di cambiare spesso attivamente la posizione (autocontrollo). Si raccomandata di praticare una regolare quotidiana attività fisica (quale lo dirà lo specialista), al fine di mantenere l’efficienza della muscolatura vertebrale, addominale e glutea e ridurre le recidive.