Perché a volte si addormenta una gamba?
È capitato un po’ a tutti: una posizione sbagliata assunta per troppo tempo ed ecco che ci si ritrova con una gamba, un braccio o una mano “addormentati”. Riporta Eliana Canova per ok-salute.it, di che cosa si tratta? Quando è il caso di preoccuparsi? Ci ha spiegato sintomi e cause di questo fenomeno Michelangelo Di Salvo, già Direttore dell’unità operativa complessa di angiologia medica al Policlinico Vittorio Emanuele di Catania.
Gamba, o braccio, “addormentato”: di che cosa si tratta?
Parestesia è il termine medico corretto per definire una alterazione della sensibilità, alquanto fastidiosa e spiacevole, che si manifesta con formicolii, arto freddo o addormentato spesso associato ad un sensazione di pizzicore. Ne possono essere interessate varie zone del corpo, delle stremità, arti mani e piedi e, a volte, anche un intero emilato.
Qual è la causa più frequente di questo disturbo?
Queste parestesie possono essere un sintomo non patologico oppure essere una spia di una patologia sottostante. Le cause non patologiche riguardano essenzialmente il mantenere, per un tempo più o meno lungo, una posizione scorretta durante il giorno.
A tal proposito possiamo ricordare, ad esempio, alcune situazioni determinanti quali accavallare e incrociare le gambe, addormentarsi sopra un arto piegato o una mano, oppure a causa di stress ed ansia. Altre volte sarà un lavoro prolungato ripetitivo come lavorare al computer mantenendo una postura non ergonomica tenendo la mano ferma sul mouse oppure fare lunghi tragitti in moto o in bicicletta.
Queste posizioni scorrette possono causare una compressione di alcune fibre di un nervo, lo sciatico per gli arti inferiori o il radiale o l’ulnare per l’arto superiore, alterando la sensibilità sia quella termica e dolorifica sia quella propriocettiva che recepisce i segnali, in particolare, dal sistema muscolo-scheletrico. Inoltre, la stessa compressione esercitata sui vasi sanguigni, prevalentemente quelli del microcircolo può determinare una riduzione di flusso sanguigno all’arto interessato contribuendo ad aggravare la sintomatologia.
Tale temporanea compressione di vasi e nervi fa sì che si avverta una temporanea sensazione di formicolio, di freddo o di perdita del tatto che perdura fintanto che l’arto non viene riposizionato correttamente.
La parestesia “non benigna” è un sintomo, quasi sempre non univoco, legato a una patologia severa che riguarda problematiche del sistema nervoso centrale o periferico oppure la circolazione sanguigna. Le principali affezioni da ricordare sono osteoartrosi, ernie discali, diabete, arteriopatia a localizzazione cerebrale, Attacco Ischemico Transitorio (TIA), o periferica (Claudicatio Intermittens).
È importante precisare che, in questi casi la parestesia è più continuativa e quasi sempre associata ad altri sintomi importanti.
Discopatie e problemi posturali possono manifestarsi, tra l’altro, con formicolio e addormentamento?
Nei pazienti affetti da osteoartrosi, discopatie, difetti posturali del bacino con dismetria del bacino, la parestesia spesso è il sintomo iniziale che, però, è quasi sempre accompagnato dal dolore e dalla contrattura muscolare.
La sintomatologia è dovuta ad una alterazione della sensibilità conseguente ad una compressione estrinseca che, esercitata singolarmente o da una o più cause quali becchi osteofitici, riduzione degli spazi intervertebrali, ernie discali, deviazione della colonna vertebrale, cifosi e scoliosi, comprime le fibre sensitive o motorie che vanno a costituire i nervi che si dipartono dal midollo spinale per innervare i distretti di loro competenza.
In chi soffre di questa patologia a livello della colonna cervicale la compressione può interessare il plesso cervicale, il nervo radiale e/o il nervo ulnare: la sensazione di “addormentamento” che ne consegue, in genere, si verifica, nelle prime ore della mattinata interessando il mignolo e l’anulare o tutta la mano o il braccio.
Quando la compressione avviene all’altezza della colonna lombare il nervo interessato è lo sciatico, deputato all’innervazione degli arti inferiori. Il nervo si sfiocca, lungo il suo decorso, in numerosi e svariati rami che innervano zone diverse dell’arto. A secondo del ramo dello sciatico interessato dalla compressione si viene a determinare “l’addormentamento” soltanto di una zona specifica, o al piede, o al polpaccio o in zone diverse dello stesso arto e non di tutto l’arto.
Mentre la parestesia causata da artrosi è tipica dell’età avanzata, i difetti posturali, che si acquisiscono molto frequentemente nell’età scolare, sono responsabili delle sensazioni di addormentamento o formicolio nei giovani.
Quali sono le patologie che hanno tra i sintomi la parestesia?
Altre cause di parestesie vanno ricercate nella polineuropatia o in altre malattie nervose, come la sclerosi multipla, il Parkinson, la fibromialgia e non possiamo non ricordare, infine, le parestesie quali esiti sfavorevoli di interventi chirurgici, lesioni, traumi e malattie da avvelenamento. Vorrei soffermarmi un attimo in più sulle parestesie che si riscontrano nel diabete e in alcune malattie vascolari.
L’alterazione metabolica del diabete, la iperglicemia, colpisce gravemente arterie e nervi causando una neuropatia e una vasculopatia diabetica. La neuropatia inizia con parestesie e turbe della sensibilità ingravescente, fino alla completa insensibilità dolorifica tanto che il diabetico va incontro a lesioni cutanea di tipo neuro-ischemico.
La neuropatia e la vasculopatia diabetica se non precocemente diagnosticate e trattate, portano ad una grave complicanza quale il “piede diabetico” con senza ischemia e l’amputazione, totale o parziale di un arto, ragione per la quale, in questi pazienti il disturbo sensitivo dovrebbe essere individuato e ricercato il più precocemente possibile.
Anche nel vasculopatico, diabetico e non, la parestesia può essere un sintomo che se presente non deve assolutamente essere trascurato o sottovalutato in quanto potrebbe essere il primo segno prodromico di una turba ischemica conseguente ad una steno-ostruzione di un vaso encefalico, dovuta all’atero-trombosi, o di una trombo-embolia in territorio encefalico. In questo caso l’addormentamento, localizzato ad una mano o ad un piede o ad un intero emilato del corpo, può iniziare lentamente e progressivamente fino alla completa insensibilità. Il sintomo, però, non è isolato, ma si accompagna ad altri disturbi, malessere generale, disorientamento tempo-spaziale, difficolta della parola, turbe visive, sintomi tipici di un attacco ischemico transitorio cerebrale o di un ictus cerebrale.
Anche l’Herpes Zoster può dare parestesia. Se colpisce gli arti inferiori può causare addormentamento, bruciore e sensazione di essere trafitti alle gambe. La parestesia è accompagnata dagli altri sintomi caratteristici di questa malattia come l’eruzione cutanea.
Quando dobbiamo approfondire e curare?
La prima cosa da fare è non lasciarsi prendere dall’ansia e dalla preoccupazione per poter valutare serenamente se il disturbo è isolato, come è insorto e se è conseguente al mantenimento di una posizione scorretta del corpo. Il disturbo, in questo caso dura un tempo limitato e basterà massaggiare per qualche minuto l’arto addormentato che comincerà a svegliarsi e il disturbo andrà rapidamente scemando e scomparirà senza lasciare alcun esito.
Al contrario, la parestesia non va sottovalutata quando insorge in modo più subdolo, senza alcun motivo apparente, quando si manifesta improvvisamente e in modo ingravescente, se è particolarmente diffusa o durevole e se è associata ad altri sintomi come dolore, diminuzione della sensibilità associata a disturbi motori di uno o più arti, se ci sono turbe visive, vertigini, disartria e dislalia.
In questi casi sarà necessario consultare prontamente il proprio medico di famiglia allo scopo di fare una diagnosi precisa, tempestiva in modo da instaurare in tempi più brevi possibili la terapia più appropriata.