Osteoporosi: il test online che valuta i rischi di frattura

Osteoporosi, questa sconosciuta. Solo in Italia, colpisce 4 milioni di donne e 1 milione di uomini, ed è responsabile, ogni anno, di oltre 90.000 fratture al femore. Anche nel nostro Paese, però, è ancora misconosciuta e sottovalutata, soprattutto perché compare in maniera quasi asintomatica per poi, spesso, manifestarsi con una frattura importante.

Molto spesso, il primo campanello d’allarme è la frattura vertebrale, che viene confusa con un banale mal di schiena, mentre rappresenta l’inizio della cascata fratturativa: il 20% dei malati riporta una seconda frattura vertebrale entro un anno, mentre il rischio di frattura femorale aumenta di 2 volte.

In occasione dell’ultima Giornata Mondiale dell’Osteoporosi 2017, promossa dall’IOF (International Osteoporosis Foundation), è stato presentato il nuovo DeFra79 Test online (potete trovarlo qui http://www.stopallefratture.it/test-fragilita-ossea.aspx). Un tool di autodiagnosi, rivisto alla luce della nuova Nota 79 dell’Agenzia Italiana del Farmaco, che permette di valutare il rischio personale (basso, medio, alto e molto alto) di fratturarsi nei successivi 10 anni.

Studi internazionali recenti hanno dimostrato che, se il malato non ha una corretta percezione del proprio rischio di frattura, l’avvio e l’aderenza alla terapia sono compromesse, aumentando il pericolo di incorrere in uno di questi infausti eventi. Con il nuovo DeFra79 è possibile conoscere il grado di rischio per la salute delle proprie ossa e ricevere un consiglio circa l’eventuale opportunità di parlarne con il proprio medico curante o di recarsi presso uno specialista di riferimento.

La novità del DeFra79, rispetto alla versione precedente, è che l’algoritmo alla sua base è coerente con i fattori di rischio considerati dalla nuova Nota 79 dell’Agenzia Italiana del Farmaco, che stabilisce i criteri di appropriatezza dei farmaci per la cura dell’osteoporosi sulla base del rapporto tra benefici e costi o rischio di effetti collaterali.

Tra i nuovi fattori di rischio considerati, troviamo: pregresse fratture in tutte le sedi, non solo femore, colonna vertebrale o di polso; l’assunzione di altri farmaci, oltre al cortisone, quali alcuni antitumorali per la terapia del tumore al seno e alla prostata; alcune malattie, oltre a quelle reumatiche, come il diabete, malattie respiratorie, malattie intestinali infiammatorie, malattie neurologiche, disabilità.

L’osteoporosi e, in particolare, la sua forma severa, chiamata fragilità ossea, troppo spesso viene diagnosticata solo in seguito alla frattura del femore e, anche in questo caso, solo il 15% riceve una terapia farmacologica. Di queste malati, a un anno, solo il 50% aderisce alla terapia, pur con una possibilità da 2 a 5 volte superiore di subire un’altra frattura. Parlando al maschile, se è vero che l’osteoporosi e la fragilità ossea nell’uomo hanno una minore incidenza, è anche vero che la mortalità dovuta a queste patologia è più alta e, dai 50 anni, il rischio di un uomo di subire una frattura è superiore al rischio di contrarre il cancro alla prostata. (Sanihelp.it)