Lussazione della rotula: sintomi, riabilitazione e tempi di recupero

rotula

La lussazione della rotula consiste nello spostamento permanente di una superficie articolare rispetto all’altra. Nello specifico il meccanismo è rappresentato dal fatto che la gamba subisce un processo di extrarotazione, accompagnato da un’estensione dell’articolazione del ginocchio. I sintomi sono specifici, essendo rappresentati da un dolore nella parte anteriore del ginocchio. Quest’ultimo si blocca e diventa instabile. Dopo che ci si è sottoposti alla terapia e all’intervento chirurgico, si deve seguire un adeguato schema di riabilitazione, per facilitare i tempi di recupero.

I sintomi

I sintomi della lussazione della rotula sono rappresentati innanzi tutto da una sensazione dolorosa che interessa la parte anteriore del ginocchio. Il dolore si prova soprattutto quando si salgono o si scendono le scale o nel momento in cui si rimane per troppo tempo seduti o in piedi.

Il soggetto avverte un’instabilità al ginocchio, come se quest’ultimo fosse debole. Inoltre si avverte una sorta di blocco, nel momento in cui ci si trova a flettere la gamba. A volte questo fa pensare ad una causa rintracciabile nel menisco. Invece è esattamente un blocco di origine rotulea.

La riabilitazione e i tempi di recupero

La riabilitazione per la lussazione della rotula si intraprende dopo che ci si è sottoposti ad una terapia specifica, che consiste essenzialmente in un intervento chirurgico. Quest’ultimo non è sempre necessario, perché a volte potrebbe bastare anche una fisioterapia mirata, soprattutto se non ci sono evidenti segni di displasia.

Altre volte, invece, si deve ricorrere all’operazione. Questa spesso viene eseguita in artroscopia. L’intervento mira ad eliminare alcune anomalie, come ritrovare l’altezza corretta o eseguire gesti che rimettano a posto la consueta condizione anatomica.

Al paziente viene applicato non il gesso, ma un tutore, in modo che possa dedicarsi fin da subito alla mobilizzazione del ginocchio, almeno fino a 90 gradi. Si può cominciare a camminare fin da subito grazie al tutore. Molti medici consigliano anche la riabilitazione in acqua, dopo che si è avuta una completa cicatrizzazione della ferita.

Dopo 45 giorni viene tolto il tutore e si recupera interamente la mobilità. E’ sconsigliato accovacciarsi per i primi sei mesi. Dopo due o quattro mesi si può cominciare ad andare in bicicletta e a praticare il nuoto. Per guidare la macchina si devono attendere due mesi e per dedicarsi a sport come il calcio o il basket deve trascorrere un periodo compreso tra i quattro e i sei mesi dall’intervento.

A volte si può anche intervenire con la somministrazione di farmaci antinfiammatori e antidolorifici, assunti per via orale o per mezzo di infiltrazioni topiche. Il trattamento fisioterapico ha l’obiettivo di rafforzare i muscoli e di far riacquistare la mobilità perduta. Ecco perché vanno eseguiti soprattutto esercizi di tonificazione, per incrementare la stabilità dell’articolazione.

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