RIABILITAZIONE NELL’ EMIPLEGICO
L’emiplegia è il risultato di un danno cerebrale e significa paralisi di una metà del corpo (destra o sinistra). In Italia è una delle prime cause di invalidità e per questo chi ha subito un ictus ed ha una emiplegia, ha bisogno di una riabilitazione specifica e di qualità.
Le lesioni cerebrali raramente sono selettive del sistema motorio, nella maggior parte dei casi si associano a lesione di aree cerebrali con altre competenze:
- sensitivi: vi è un’alterata sensibilità superficiale, discriminativa e profonda.
- aumento della rigidità muscolare non solo dovuta alla risposta neurologica allo stiramento, ma anche all’accorciamento del muscolo e all’aumento della stifness passiva.
- deficit delle funzioni corticali superiori (afasia, aprassia, neglect, anosognosia…)
L’emiplegia può produrre complicanze che esitano in un danno terziario come piaghe da decubito, retrazioni muscolo-tendinee, ipostenia muscolare
La paralisi caratteristica dell’emiplegia non è causata da un problema ai muscoli, ma è causata da un problema che si è creato nel cervello.
La spasticità è riconosciuta un po’ da tutti come il problema principale dell’emiplegia, chiaramente è una condizione patologica che si instaura in seguito all’ictus ed è rinforzata da una riabilitazione impropria. E’ una alterazione del tono dei muscoli che si presentano più rigidi del normale e che si irrigidiscono durante il tentativo di muoversi
In seguito ad un ictus dell’emisfero sinistro, è possibile che oltre ai disturbi legati alla paresi del lato destro del corpo, ci siano disturbi del linguaggio e che in seguito ad un ictus dell’emisfero destro, ci siano deficit di attenzione come il neglect e disturbi della coscienza del proprio stato patologico come l’anosognosia. Pertanto necessitano di un trattamento diverso.
Il trattamento dell’emiplegia non è una serie di esercizi isolati svolti in una sequenza preordinata, ma è una sequenza di attività finalizzate che si susseguono per recuperare certe funzioni. La riabilitazione inizia il giorno del ictus e non solo quando il paziente si è ripreso in modo da poter tornare a casa sua.
Non tutti pazienti emiplegici sono vecchi e fragili, tanti di loro si aspettano dalla riabilitazione qualcosa di più che essere indipendenti a casa o riuscire a camminare 45 metri lentamente, senza aiuto. E’ importante cercare di raggiungere obiettivi molto più elevati per ogni paziente. Anche se il paziente è vecchio, l’età non dovrebbe escluderlo da un piano di trattamento attivo e vasto. E’ stato approvato che la vecchiaia non è una condizione che impedisce la riabilitazione e il recupero.