Il 2019 e la sanità. Oltre alla Legge di Bilancio c’è di più
(di Luciano Fassari per Quotidianosanità) –
Sono passati oltre sei mesi dall’entrata in carica del nuovo Governo e superato lo scoglio della prima Legge di Bilancio ora con il nuovo anno c’è molta attesa per quanto riguarda i primi risultati tangibili.
E il discorso, ovviamente, vale pure per la sanità. L’arrivo di Giulia Grillo a Ripa non è stato dei più facili, basta ricordare, il caos scoppiato sui vaccini la scorsa estate (tra circolari ed emendamenti al Milleproroghe), la sempre difficile partita dello spoils system (Aifa, Css e l’abbandono del presidente dell’Iss non senza polemiche), i problemi iniziali con lo staff (sostituiti portavoce e capo di gabinetto).
Un avvio difficile che la Legge di Bilancio non è riuscita a ribaltare con un segno decisamente positivo: sulle risorse, di fatto, al momento abbiamo solo un miliardo in più, quello già stanziato da Gentiloni e Lorenzin, e il resto è agganciato a un Patto per la Salute complesso e molto articolato; poi qualcosa per le liste d’attesa e le borse di specializzaione per i medici e i mmg e veramente poco altro, senza contare le polemiche sulla deroga per l’iscrizione all’Ordine e quelle sollevate solo pochi giorni fa dai sindacati sul rischio caos sui contratti dei medici e della dirigenza per un comma passato quasi innosservato dlela manovra.
Ora, però, magicamente come ogni nuovo inizio d’anno, si ricomincia, o forse sarebbe meglio dire, si attende di tastare con mano la reale portata delle promesse giallo-verdi. Delle misure previste dalla Legge di Bilancio abbiamo già parlato, ma a parte questo sul menù per il 2019 c’è di più.
Vaccini. Il primo banco di prova sono sempre loro, i vaccini. Il Ddl che introduce l’ossimoro dell’obbligo flessibile giace in commissione Igiene e Sanità da mesi, sono state fatte audizioni ma il lavoro è andato a rilento con pochissime convocazioni per la sua discussione. Ora però è il momento di dare un’accelerata dato che il prossimo 10 marzo scade il termine per presentare la documentazione comprovante l’effettuazione dei vaccini per chi ha usufruito del prolungamento del regime di autocertificazione stabilito dal Milleproroghe. Sul punto, atteso anche il nuovo piano di eradicazione del morbillo affidato al nuovo Nitag.
Personale. Altro tema caldo riguarda il personale. In campagna elettorale e nei primi mesi di governo, il Ministro aveva annunciato interventi per i contratti. Così però non è stato, in Legge di Bilancio è arrivata solo qualche briciola per l’indennità di esclusività che ha lasciato insoddisfatti i sindacati della dirigenza medica e sanitaria che, dopo aver scioperato a novembre, hanno infatti indetto altre due giornate di protesta a gennaio. Sullo sfondo poi si apre anche la partita per il rinnovo delle convenzioni per medici di famiglia, pediatri e specialisti ambulatoriali. Aspetto che s’interseca con l’annunciata definizione di nuovi standard per l’assistenza territoriale.
Sempre sul personale è fermo al palo in commissione Affari sociali il Ddl Antiviolenza per contrastare le continue aggressioni ai sanitari. Un provvedimento importante, molto atteso e pubblicizzato dal Governo ma nei fatti rimasto ancora inattuato.
Farmaci e dispositivi medici. Molte novità sono attese anche sul settore del farmaco. Oltre alle misure previste in manovra c’è da vedere come saranno realizzate le linee guida sulla nuova governance, presentate prima di Natale dal Ministero, che hanno scatenato le critiche dell’industria. Un banco di prova per il Governo ma soprattutto per il nuovo Dg Aifa Luca Li Bassi che fino ad ora è rimasto nell’ombra.
Sempre sul pharma c’è sul tappeto il rinnovo della convenzione per le farmacie, ormai ferma da un decennio e sempre in tema c’è da vedere come si risolverà la questione delle parafarmacie: era stata annunciata un’indagine conoscitiva e interventi per riordinare il settore, ma ad oggi nulla si è messo in moto. Stesso discorso dicasi per il settore dei dispositivi medici su cui sono attesi interventi, forse anche con la creazione di un’Agenzia ad hoc sul modello Aifa.
Dg Asl e ospedali. Altro tema rimasto fermo è quello che riguarda l’aggiornamento delle norme sulle nomine del management di Asl e ospedali. L’argomento era stato una delle bandiere del neonato governo giallo-verde, al punto che l’unico riferimento alla sanità del discorso per la prima fiducia del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, era stato proprio quello che puntava al definitivo scollamento delle nomine dalla politica. Ad oggi è stato depositato un Ddl alla Camera ma la sua discussione non è mai partita.
Autonomie. Sullo sfondo c’è poi la questione caldissima del regionalismo differenziato. Il Ministro della Salute ha da sempre avanzato molti dubbi soprattutto sulla materia sanitaria ma è chiaro che non si potrà continuare a buttare la palla in tribuna.
Trasparenza in sanità. Molta attesa c’è anche sul Sunshine Act, ovvero il ddl che punta a introdurre maggiore trasparenza in sanità. Terminato il giro di audizioni il provvedimento è ora in discussione in Affari sociali.
Formazione. Altro fronte è quello che riguarda la formazione, tra annunci di riforma dell’attuale sistema post laurea e di possibile cancellazione del numero chiuso a Medicina anche su questo tema l’attesa è febbrile.
Aifa, Agenas, Iss: novità ai vertici del Ssn. Così molta curiosità c’è anche per chi saranno i nuovi membri del Consiglio superiore di sanità dopo l’azzeramento avvenuto in autunno. Stesso dicasi per l’Istituto superiore di sanità, che dopo le dimissioni di Walter Ricciardi dalla presidenza, è senza guida (Grillo dovrebbe nominare a giorni un commissario traghettatore in attesa di definire un bando pubblico per il nuovo presidente, la cui nomina spetta al presidente del Consiglio sentito il Parlamento). Sempre in tema di nomine è molto probabile che Antonio Saitta andrà alla presidenza di Aifa liberando la casella di coordinatore della commissione Salute molto ambita dalle regioni a guida centrodestra. Probabili novità anche per la presidenza di Agenas dopo che Luca Coletto è diventato sottosegretario.
Commissariamenti. Nel Dl Fiscale è stata reintrodotta l’incompatibilità tra la figura di presidente e quella di commissario ad acta per la sanità. Le Regioni si sono opposte alla misura ma il Governo ha tirato dritto. Ora, dopo le nomine dei nuovi commissari in Calabria e Molise, ballano le poltrone del presidente campano Vincenzo De Luca e quella del presidente del Lazio, Nicola Zingaretti. I tempi per rimuoverli però sono stretti (90 giorni) e c’è attesa per sapere cosa farà Grillo.
Varie ed eventuali. Ma non è finita qui, ci sono poi tutta una serie di temi annunciati in questi mesi come il cambiamento dei criteri del riparto del Fondo sanitario, gli Stati generali per il benessere equo e sostenibile, la questione cannabis light (sulla quale al momento pendono in Commissione Affari sociali quattro risoluzioni parlamentari di segno opposto), il nuovo Piano nazionale di prevenzione, l’informatizzazione del Ssn, il riordino di Aifa, Agenas ed Iss e la patata bollente della sanità integrativa.
Insomma, un menù ricco per il 2019, nella speranza che non diventi indigesto.