«Gomito del selfista», malattia in agguato per chi esagera con i selfie
Sollecitazione di polso e gomito
Sappiamo che il gomito del tennista può sorgere anche fuori dai campi di terra, erba e cemento. Anche i golfisti o chi gioca a baseball, ad esempio, possono accusare dolori al braccio dopo intense sessioni di allenamento e tornei, ma non solo. L’epicondilite, il termine tecnico del gomito del tennista, può colpire tutti quelli che sollecitano continuamente polso e gomito. Anche impugnare lo smartphone, allungare il braccio, flettere il polso e scattare foto potrebbero far comparire questo disturbo? Insomma, anche i selfisti di professione potrebbero un giorno rivolgersi al medico per i dolori? «È chiaro che se si tengono ripetutamente mano, polso e gomito in posizione non naturale e forzata, per qualsiasi gesto si compia, una forma di dolore potrebbe sorgere», risponde il dottor Mario Borroni, ortopedico della spalla e del gomito dell’ospedale Humanitas.
Una patologia ancora da decodificare
Negli Stati Uniti il caso di Hoda Kotb, giornalista e conduttrice di un seguito talk show su NBC, si è guadagnato i titoli dei giornali per la sua eccezionalità. La donna ha raccontato della visita con il suo medico di fiducia che ha associato il dolore al gomito alla sua smisurata passione per i selfie. Ma al di là di singoli casi clinici, nei libri di medicina o negli archivi scientifici il selfie elbow non è stato codificato. Non ancora: «Da un punto di vista scientifico non esiste il “gomito del selfista” come patologia con evidenze scientifiche prodotte da lavori e articoli di ricerca. Ciò non esclude, però, che in futuro si potrà arrivare a una descrizione di questa condizione come è già avvenuto per altri disturbi legati all’abuso o all’uso scorretto dei dispositivi tecnologici», aggiunge il dottor Borroni.
Sovraccarico dei tendini mediali
Proprio partendo dall’analogia con il gomito del tennista, in che termini si può parlare di gomito del selfista? «In linea teorica sarebbe una condizione associata al modo in cui si posiziona il corpo. Raramente con i selfie si tiene il polso in estensione come succede al tennista o al golfista che sovraccarica il tendine del muscolo estensore radiale breve del carpo. Chi fa selfie in continuazione potrebbe sovraccaricare i tendini mediali, interni, che agiscono come flessori del polso per muoverlo “verso l’interno”. Se consideriamo poi che l’appassionato di selfie per ogni scatto deve scegliere la migliore angolazione, fa e rifà lo scatto per ottenere quello perfetto, con la luce più adatta, allora qualche rischio potrebbe essere corso».
I sintomi
Cosa potrebbe succedere? «In caso di over use si può arrivare a una prima fase caratterizzata da infiammazione del tendine che potrebbe poi evolvere in un secondo stadio in cui, più che di tendinite, parliamo di tendinosi. Si tratta di una condizione cronica dove all’infiammazione segue la degenerazione delle fibre del tendine: questo fa più fatica ad allungarsi perché le sue fibre sono diventate meno elastiche, ed è quello che succede con il gomito del tennista», spiega lo specialista. Basta sollecitare a lungo muscoli e tendini del braccio per avvertire dolore in lunghe sessioni di selfie, giorno dopo giorno: «Si può cominciare a sentire un indolenzimento, una minore forza nella presa del telefono, un cedimento del polso», dice il dottor Borroni.
Non trascurare il dolore
Per tutti vale il consiglio di rivolgersi a uno specialista se si avvertono questi sintomi «e di non trascurare il dolore. Consideriamo che molti fan dei selfie sono giovani adolescenti che potrebbero non preoccuparsi dei segnali che il loro corpo lancia e che però potrebbero rischiare di veder peggiorare la loro tendinite». Ma dal medico si potrebbe anche finire perché centinaia di selfie possono portare alla luce un problema nascosto: «L’abuso di autoscatti può far emergere una condizione latente, come ad esempio una epitrocleite legata a sport come il golf o ad attività lavorative quotidiane che già portano al sovraccarico del tendine».
I consigli per chi proprio non ne può fare a meno
E allora cosa consigliare a chi non riesce a fare a meno di immortalare tanti momenti delle sue giornate con i selfie? «È utile tutto ciò che permette di non tenere il polso in posizione flessa troppo a lungo. Ad esempio il bastone da selfie, che aiuta a mantenere una posizione più neutra. Più semplicemente è bene alternare le braccia per cliccare sullo smartphone o, se proprio necessario, fare un po’ di stretching tendendo le braccia e portando il polso su e giù», conclude l’esperto. (corriere.it)