Frattura del femore nell’anziano: prevenzione fin da bambini
La frattura del femore negli anziani può essere considerata una vera e propria piaga sociale. Ogni anno sono 100mila le persone che ne sono vittime e molte di queste subiscono gravi conseguenze sulla propria salute che possono portare anche alla morte. Negli USA, ad esempio, la frattura di questo importante osso dell’arto inferiore è la seconda causa di morte della popolazione, subito dopo le malattie cardiovascolari.
Il dottor Gennaro Fiorentino, Responsabile dell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia di Humanitas Gavazzeni Bergamo, spiega per humanitasalute.it «La frattura del femore nell’anziano è la tipica patologia che origina dalla fragilità dell’essere umano. L’età media dell’individuo aumenta sempre più – dal 1950 a oggi, per la precisione, aumenta di 4 mesi l’anno – per cui oggi l’aspettativa di vita media è attorno agli 80 anni e nel 2050 si pensa possa arrivare fino a 100. Purtroppo però, se da una parte grazie alla medicina, all’alimentazione, alle abitudini di vita riusciamo ad aumentare l’aspettativa di vita, dall’altra non siamo ancora in grado di aumentare la quota di anni che passiamo in benessere. Dopo i 75 anni di età solo il 2% della popolazione gode di buona salute e la fragilità del nostro corpo si accentua tanto da favorire alcune patologie come, appunto, la frattura dell’osso più lungo del nostro corpo».
«Anche per quanto riguarda la frattura del femore è molto importante l’aspetto preventivo. E come spesso accade, anche in questo caso la prevenzione comincia da una corretta alimentazione, che deve essere osservata sin dalla nascita. È importante infatti fornire le nostre ossa di una giusta quantità di calcio fin da piccoli. È come mettere i soldi in banca: arrivati a un certo punto della vita, da anziani, avremo bisogno della “scorta” di calcio fino a quel momento accumulata: più ce n’è, più il nostro sistema osseo sarà forte e resistente. Alla cura dell’alimentazione deve essere affiancato un corretto esercizio fisico, anche e soprattutto in età avanzata, un corretto apporto calorico per mantenere un peso forma e anche una corretta terapia dell’osteoporosi, che deve essere fatta nei modi prescritti dal medico di famiglia e dal medico specialista».
«Se nonostante questo si arriva alla frattura, si arriva quasi sempre all’intervento chirurgico che, per evitare complicanze, deve essere eseguito entro 48 ore dal momento della frattura. Purtroppo questo non è sempre possibile perché spesso il paziente anziano soffre di comorbidità che vanno corrette oppure assume alcuni tipi di farmaci che vanno sospesi e bisogna attendere per poi consentire l’intervento chirurgico».
«L’obiettivo è quello di tornare alla situazione preesistente alla frattura, sia dal punto fisico sia da quello psicologico. I dati statistici dicono che ci riesce circa un operato su due»