Fibromialgia: terapie complementari, cosa funziona davvero
La fibromialgia colpisce in Italia più di 2 milioni di persone. Di queste, 9 su 10 sono donne. Chi soffre di fibromialgia si sente spesso dire di essere un malato immaginario e che la sua è una malattia invisibile. Fa fatica a trovare lo specialista giusto, a farsi prescrivere le terapie, a condurre una vita normale. A tutt’oggi, mancano informazioni chiare e autorevoli su quella che ancora non è riconosciuta come malattia. Perché sì, la fibromialgia non si cura solo con i farmaci: occorre impostare uno stile di vita orientato al benessere, al rilassamento muscolare, alle terapie complementari. Solo che la scienza dà valore ad alcune di queste, meno o nullo ad altre. Noi scegliamo di stare dalla parte del metodo scientifico, quello cioè che si basa su risultati testati su campioni significativi di pazienti, su studi realmente effettuati e non su considerazioni teoriche di panel di esperti.
Come si fa però a scegliere la terapia giusta? Di cosa e di chi ci si può fidare? Come orientarsi tra omeopatia, agopuntura, osteopatia, terme, fanghi, TENS, ozonoterapia, ossigenoterapia, camera iperbarica? Le discipline sono tante, come tante sono le persone che presentano ai pazienti grandi opportunità di guarigione che finiscono per tradursi in minimi cambiamenti del proprio stato di salute. Qui facciamo il punto su tutte le terapie complementari, la loro validità più o meno testata, la loro efficacia, i vantaggi e gli svantaggi di ciascuna di esse. Ci aiuta la dottoressa Giovanna Ballerini, algologa e specialista in fitoterapia presso il Centro multidisciplinare di Terapia del dolore dell’Ospedale Piero Palagi di Firenze.
Terapie fisiche (Tens, ionoforesi, termoterapia)
Le terapie fisiche (Tens, ionoforesi, termoterapia) vengono spesso consigliate ai pazienti con fibromialgia: a parte la Tens che risulta efficace fino al 70% dei casi, nessun’altra terapia fisica ha dimostrato risultati superiori al cosiddetto effetto placebo. Quindi sono pressoché inutili. Possono essere utilizzate in caso di dolori acuti ai muscoli, ma certamente non sono una terapia di prima scelta considerando anche il costo notevole.
Vantaggi: non hanno effetti collaterali, sono molto diffuse anche con apparecchio domiciliare personale, possono aiutare nelle crisi di dolore acuto
Svantaggi: modesti risultati nei casi cronici
Massaggio e fisioterapia
Il massaggio è stato utilizzato in pochi studi. Per quanto riguarda le terapie fisiche (termoterapia, massoterapia e crioterapia), allo stato attuale il loro utilizzo è basato più sull’opinione di panel di esperti che su prove scientifiche inconfutabili.
Secondo molti pazienti con fibromialgia il massaggio può peggiorare nettamente i sintomi. Anzi, spesso quando un paziente trattato con massaggio per una contrattura muscolare lamenta un peggioramento dei sintomi, si deve sospettare una fibromialgia. Nei casi di dolore intenso su tutto il corpo, che rende i pazienti “intoccabili”, meglio non prevedere alcun tipo di terapia manuale se non alcune tecniche di sfioramento, da parte però di un fisioterapista esperto.
Sono invece validi tutti i percorsi fisioterapici che, con esercizi specifici e con modalità diverse, riescano a lavorare sulla percezione corporea e posturale e migliorino la qualità del movimento, interagendo anche con l’ipersensibilità al dolore.
Vantaggi: miglioramento della consapevolezza motoria e posturale
Svantaggi: costo in alcuni casi elevato, lunga durata dei percorsi
Attività fisica
Le linee guida dell’American Pain Society (2006-2008) e dell’Association of the Scientific Medical Societies in Germany (2008) raccomandano fortemente l’esercizio fisico aerobico. L’attività fisica è fondamentale per interrompere il circolo vizioso dolore-inattività-dolore, che porta chi soffre di fibromialgia a evitare di muoversi per non aggravare il dolore. Ma ridurre l’immobilità è anche utile per migliorare il senso di fatica, oltre che la forma fisica e il tono dell’umore.
Esistono forti evidenze che l’allenamento aerobico aiuti ad alleviare i sintomi della fibromialgia, ma con dei limiti: molto dipende dalla durata nel tempo dell’attività. Per avere benefici, occorrono lunghi periodi di allenamento in cui si esca a camminare per 30 minuti, almeno 2-3 volte alla settimana. Inoltre, l’efficacia si interrompe se si smette di allenarsi, cosa che capita di frequente per le crisi di dolore. Qual è l’allenamento ideale? Quello a bassa intensità, come raccomandato nelle linee guida tedesche (2012), in quelle canadesi (2012) e israeliane (2013).
Saranno quindi da evitare tutti gli sport o attività in cui prevalga l’esercizio anaerobico (sport intensi come tennis e ginnastica ad alto impatto), mentre vanno preferite attività dolci (ginnastica dolce, taichi, pilates, yoga) o in acqua, in cui al movimento anaerobico si unisca il massaggio rilassante dell’acqua.
Quindi la raccomandazione per i pazienti con fibromialgia è quella di svolgere senza limitazioni le normali attività quotidiane (purché non troppo pesanti), evitare lunghi periodi di inattività e dedicarsi ad attività sportive moderate in base al proprio livello di allenamento: occorre in pratica mantenersi in movimento senza sentire fatica nei muscoli. Molto utile, per chi può, l’attività in acqua termale, che aiuta a rilassare la muscolatura.
Vantaggi: possibilità di utilizzo da parte di tutti, sia la camminata sia i corsi di ginnastica dolce, tai chi, pilates e yoga; costi minimi nel caso della camminata, contenuti riguardo ai corsi
Svantaggi: occorre una lunga applicazione e gli effetti diventano minimi senza costanza
Omeopatia
L’omeopatia negli ultimi anni ha preso piede anche in Italia. Alcuni studi su pazienti fibromialgici hanno valutato l’effetto di uno specifico rimedio omeopatico, il “Rhus Tox”, con risultati variabili: è necessario però chiarire che questo trattamento non è adatto a tutti i pazienti, ma solo a una piccolo sottogruppo con caratteristiche ben definite. Molto evidente è l’effetto placebo.
Vantaggi: nessun effetto collaterale
Svantaggi: costi elevati, terapie non validate
Terapie comportamentali
La terapia non farmacologica che negli ultimi anni ha radicalmente cambiato l’approccio terapeutico e la prognosi della fibromialgia è la terapia di rilassamento muscolare: training autogeno di Schultz, terapia cognitivo-comportamentale, terapia di rilassamento basata su tecniche ericksoniane, ipnosi.
Le prime due tecniche di rilassamento hanno un limite: il programma terapeutico è lungo e piuttosto complesso. La terapia di rilassamento di tipo ericksoniano (terapia breve) ha invece molti punti a suo favore: l’effetto è già visibile entro la quinta seduta; i disturbi del sonno, l’astenia e il dolore globale migliorano e i risultati durano almeno fino a 6 mesi dal termine del trattamento.
Altre terapie che possono aiutare a migliorare il dolore sono la musicoterapia e l’arte terapia.
La Meditazione di consapevolezza è un’altra tecnica piuttosto efficace: lo scopo è modulare la sensazione di dolore sviluppando capacità che riescano a scollegare gli aspetti emotivi e cognitivi, molto importanti nella fibromialgia. La tecnica agisce sulle manifestazioni somatiche della depressione, e i benefici durano fino a 2 mesi dal termine della terapia. Inoltre riesce a controllare la tachicardia e la sudorazione, tipici nei pazienti con fibromialgia.
Vantaggi: nessun effetto collaterale
Svantaggi: lunga durata prima di diventare esperti delle tecniche, costi elevati, non adatte a tutti
Dieta
Molte persone con fibromialgia hanno anche problemi all‘apparato gastroenterico, all’intestino o altre malattie. Per questo si è ipotizzato che alla fibromialgia sia lagata un’alterazione del microbioma intestinale che peggiori, scateni o mantenga vitali i sintomi. Non esiste una dieta specifica, ma certamente per una malattia che si esprime con dolore e stanchezza muscolare l’alimentazione ha un ruolo decisivo. Negli ultimi anni sono state proposte molte diete ma alla fine i consigli alimentari davvero utili possono essere riassunti così:
- ridurre il più possibile lo zucchero, specie se bianco e raffinato. Dunque anche dolci, merendine, marmellate industriali; optare invece per lo zucchero di canna non raffinato.
- poca carne rossa, perché i tessuti della persona fibromialgica hanno una scarsa capacità di drenaggio delle tossine. Preferire pesce, pollame, coniglio, uova, latticini e formaggi se non si hanno intolleranze al lattosio o colesterolo alto.
- mangiare molta frutta e verdura fresca di stagione, meglio se da agricoltura biologica, per l’azione antiossidante delle vitamine e per l’apporto di sali minerali
- ottimo l’impiego di cereali integrali, preferibilmente senza glutine (come riso e mais, e poi grano saraceno, quinoa, amaranto, sorgo, teff, manioca) ben cotti; in presenza di disturbi gastrointestinali, andranno introdotti nella dieta poco a poco, all’inizio con tempi di cottura ancora più lunghi. Meglio condirli con olio d’oliva (per la presenza di vitamine e acidi grassi insaturi) e ci si può sbizzarrire nell’uso di tutte le erbe aromatiche. Da limitare l’impiego delle solanacee (pomodori, melanzane, patate, peperoni) perché sono irritanti per la mucosa intestinale
- ridurre l’apporto di sale per evitare i ristagni e gli edemi, frequenti nella fibromialgia. Per la stessa ragione, occorre bere molto: non bevande zuccherine né succhi di frutta ma acqua, infusi o tisane. Limitare l’uso di caffè e tè, preferire il tè verde e l’orzo o il malto. Non ha controindicazioni un bicchiere di vino ai pasti, meglio se rosso (ha proprietà antiossidanti); evitare invece i superalcolici. Per supplire alla mancanza del caffè è possibile utilizzare altre sostanze che diano più tono senza eccitare il sistema nervoso: complessi vitaminici, pappa reale, alga spirulina (quest’ultima a condizione che il fegato sia in buone condizioni, e non per lungo tempo).
- poco indicato invece il Ginseng: è un tonico efficace, in genere, ma nella fibromialgia può aumentare la contrazione muscolare e il livello di dolore, ed eventualmente le difficoltà a riposare la notte.
Vantaggi: fa bene comunque, soprattutto se si hanno altri problemi a stomaco e intestino
Svantaggi: è necessaria molta costanza e i risultati si vedono solo dopo diversi mesi
Terme e fanghi
La terapia termale consiste nell’esecuzione di esercizi mirati in acque minerali o termali con determinate caratteristiche; l’obiettivo è quello di migliorare la scioltezza delle articolazioni e la forma fisica in generale, di ridurre il dolore e di facilitare il rilassamento muscolare.
I fanghi sono melme naturali che derivano dalla mescolanza tra un’acqua termale e materiale solido. Vengono applicati sulla pelle sotto forma di impacco caldo. Hanno un effetto positivo sul dolore e sono ben tollerati. Sembra che il trattamento balneofangoterapia (fanghi ed esercizi in acqua termale) dia risultati che durano di più nel tempo, mentre i fanghi da soli diano risultati che per la maggior parte dei pazienti sono visibili dopo la fine delle terme, ma spariscono a distanza di 3 mesi. Per questo sarebbe importante ripetere il trattamento prima dei 3 mesi.
Come agisca la terapia termale nella fibromialgia non è ancora ben conosciuto. Probabilmente i benefici dipendono da più fattori: le proprietà chimiche dell’acqua, il calore del fango a 49°50° sulla pelle, il rilassamento fisico e mentale.
Vantaggi: psicologici. Gli effetti fisici sono finora poco validati, ma le testimonianze dei pazienti sono concordi nel considerara questa terapia un buon aiuto
Svantaggi: occorre una valutazione medica accurata, perché non tutti possono fare le terme. I costi sono alti, perché ogni tre mesi andrebbero ripetute
Agopuntura
L’agopuntura può essere una valida terapia. I risultati positivi (e per positivi intendiamo una scomparsa dei sintomi o una netta riduzione degli stessi tale da migliorare sensibilmente la qualità di vita), si hanno circa nel 70% dei casi. Fondamentale individuare lo squilibrio energetico della persona, prima di poter impostare un trattamento personalizzato. L’agopuntura diventa particolarmente interessante per chi non è in grado di prendere i farmaci a causa degli effetti collaterali di farmaci più importanti. Pochi sono gli studi validati, ma rispetto ad altre terapie viene considerata la più accreditata, perché al momento sicuramente è la più studiata.
Vantaggi: nessun effetto collaterale, modesti risultati nelle forme severe ma buon effetto come supporto a terapie farmacologiche
Svantaggi: costo elevato, necessità di ripetizione, improponibile nei pazienti in terapia anticoagulante
Osteopatia
L’osteopatia può aiutare le persone con fibromialgia, grazie al suo approccio olistico: significa che l’osteopatia si concentra sulla persona in maniera globale, e non solo sul sintomo particolare. Un approccio osteopatico comporta la visione di tutti gli aspetti della salute (fisica, mentale, emozionale e spirituale) come una combinazione coordinata delle funzioni del corpo che compongono quel paziente nella sua unicità. L’osteopatia può anche aiutare ad aumentare la flessibilità, migliorare la gamma di movimento, alleviare i dolori articolari, ma non esistono studi determinanti al momento che dimostrino la reale efficacia di questo approccio.
Vantaggi: psicologico
Svantaggi: costo elevato, le tecniche non sono al momento validate
Le terapie ancora in fase sperimentale
Esistono poi terapie ancora in fase sperimentale, su cui cioè sono ancora in corso studi clinici. Per queste cure, che non sono considerate validate, ci si basa su singoli casi, risultati da un campione ridotto di pazienti. Eccole.
Terapia in camera iperbarica (OTI)
L’ossigenoterapia iperbarica viene prescritta dai medici per diverse patologie. È ritenuta un “salvavita” nei casi di intossicazione da monossido di carbonio, di malattia da decompressione ed embolia gassosa arteriosa. Per molte patologie è mutuabile dal SSN.
All’inizio del 2015, l’Università di Tel Aviv ha pubblicato uno studio che dimostra l’efficacia dell’ossigenoterapia iperbarica nel trattamento della fibromialgia e conferma l’ipotesi che la disfunzione originale della sindrome sia a livello cerebrale. Lo studio ha coinvolto 60 pazienti donne, affette da fibromialgia da almeno 2 anni. Nel frattempo sono in corso altri studi, anche in Italia (a Bologna, Ravenna e Grosseto).
Al momento la OTI è assolutamente sperimentale.
Vantaggi: la terapia pare produrre un miglioramento molto lieve e temporaneo almente efficace, o almeno non nella totalità dei pazienti
Svantaggi: non è mutuabile ma in alcuni casi può essere erogata con facilitazioni e convenzioni private. Comunque si tratta di costi importanti: le sedute sono molte e da ripetere nel corso degli anni in maniera continuativa (almeno 50, 70 euro a seduta da eseguire almeno per cicli di 10).
Stimolazione transcranica
Questa tecnica non invasiva utilizza un macchinario per applicare una stimolazione elettromagnetica del tessuto cerebrale. La stimolazione avviene a bassa frequenza grazie a campi elettrici o magnetici. Serve a stimolare la corteccia nella parte del cervello che si pensa dedicata alla percezione del dolore. Pare avere discreti risultati sul senso di stanchezza e in parte sulla percezione del dolore. Al momento sono in corso diversi studi.
Vantaggi: l’effetto sembra limitato nel tempo, per cui va ripetuto dopo alcuni mesi. Non sempre è efficace e non si conoscono gli effetti a lungo termine
Svantaggi: è una terapia costosa
Ossigeno-ozonoterapia
Può essere un supporto efficace per la fibromialgia per le sue proprietà antidolorifiche e antinfiammatorie. Può riattivare il microcircolo vascolare e il metabolismo muscolare. La terapia consiste principalmente in autoemoinfusioni da da praticarsi con frequenza: si inietta al paziente il suo stesso sangue, miscelato con ossigeno e ozono secondo protocolli prestabiliti. L’ossigeno-ozono terapia ha dimostrato la sua efficacia contro la fibromialgia grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, antidolorifiche e di miglioramento dell’ossigenazione cellulare e del microcircolo sanguigno.
Vantaggi: nessun effetto collaterale, si può ripetere sempre
Svantaggi: costi elevati (non è mutuabile) e protocolli anche di due sedute settimanali. I risultati si mantengono per poche settimane
Scrambler Therapy
È una nuova metodologia specificatamente studiata per il dolore, anche oncologico, e in generale per il dolore che non si risolve con i farmaci (inclusi gli oppiacei) né con tecniche come la TENS. Rispetto alle tecniche tradizionali per combattere il dolore, il principio attivo di questa terapia non è quello di inibire la trasmissione del dolore, ma di sostituire il dolore con informazioni di “non dolore”. In pratica una macchina (brevetto di un ingegnere italiano), attraverso elettrodi eroga neuroni artificiali capaci di creare informazioni di “non dolore” che vengono riconosciute e trasmesse al sistema nervoso centrale tramite i recettori di superficie. Quindi, per così dire, si cerca di “ingannare “ il nostro cervello a riconoscere come “non dolorosi” certi input.
Al momento viene prevalentemente utilizzata nei dolori localizzati (oncologici e non oncologici). Nel dolore cronico diffuso non si riesce ancora a farvi ricorso perché gli elettrodi sono difficilmente posizionabili. Personalmente l’ho provata su molti pazienti. Ho verificato che non funziona nel dolore diffuso ma può aiutare nei dolori estremamente localizzati.
Vantaggi: privo di effetti collaterali, per le conoscenze che abbiamo finora
Svantaggi: i costi. Un ciclo di 10 sedute anche 500 euro, senza avere certezza del risultato. Le macchine (molto costose) sono distribuite prevalentemente nel settore privato. Solo due in ambito pubblico, all’ospedale Careggi di Firenze e al Sacro cuore di Roma
Crioterapia
La crioterapia è una tecnica che si utilizza da poco per alleviare il dolore e l’infiammazione, specie quella a livello articolare. Infatti è piuttosto diffusa tra gli sportivi. Coperti al minimo, si viene esposti ad aria molto fredda (a -110 ° C o meno) per 1-4 minuti. Nonostante il crescente interesse scientifico, non esistono informazioni né studi validati. Inoltre, non possediamo un riferimento comune e scientifico sui protocolli di esposizione e sul rapporto tra temperatura, durata e numero di ripetizioni, né sugli effetti. Infine, mancano informazioni sulle temperature effettive all’interno della cabina o della camera durante l’esposizione.
Occorre che i professionisti della salute cerchino di ottimizzare i trattamenti e i produttori di apparecchi si sforzino di crearne di più efficienti. Fino a quel momento la terapia appare del tutto sperimentale e non sappiamo se sia priva di rischi o controindicazioni.
Vantaggi: sconosciuti
Svantaggi: sconosciuti, tranne i costi che sono elevati
Integratori
Sugli integratori, il rischio è di dare valenza medica a sostanze che assolutamente non ne hanno. Gli integratori non hanno valenza curativa: per legge non possono essere nemmeno assimilati a farmaci o semplicemente riportare sulla scatola o in pubblicità il fatto che possano curare qualcosa. Servono a integrare una normale dieta, completandola nei casi di reale fabbisogno, ma in nessun caso sono sostitutivi degli alimenti. Possono essere a base di erbe o alimentari.
Quando gli integratori sono alimentari (come acidi grassi, fibre, isoflanoidi, probiotici, yogurt con fitosteroli per abbassare il colesterolo), si parla di nutraceutica. Vanno prescritti dal medico per integrare specifiche carenze. Se i deficit non sono accertati, questi prodotti non hanno alcuna utilità. La nutraceutica quindi è davvero l’ultima frontiera perché la legge italiana non prevede alcuna regolamentazione sanitaria, né studi veri e propri, scientificamente validati
Ecco gli integratori più utilizzati.
Antiossidanti
Gli antiossidanti oggi sono molto utilizzati nella cura della fibromialgia: un’ipotesi che si è fatta strada negli ultimi anni è che tra i meccanismi di modulazione del dolore in questa malattia ci sia un difetto di funzionamento della microglia (l’insieme delle cellule immunitarie del cervello) a causa di stress ossidativo delle cellule stesse.
Quali sono gli antiossidanti efficaci?
Il glutatione in forma liposomica, il Q10 o ubichinone, la vitamina C, i fenoli, flavonoidi, carotenoidi, vitamina E e C.
L’Acido alfa lipoico: coinvolto nel trasporto e nella trasformazione del glucosio in energia, può però interferire nei pazienti diabetici con l’insulina.
La PEA (Palmitoiletanolamide): è una molecola in grado di inibire l’attività di alcune cellule coinvolte nella trasmissione del dolore. Appare molto promettente nelle forme più lievi di fibromialgia, anche in monoterapia, cioè senza essere associata ad altri principi.
La Carnitina: nella forma Acetil L-carnitina, può svolgere una funzione protettiva nella cura di deficit del sistema nervoso collegati con l’età. Da molti studi, la Acetil L-carnitina risulta in grado di interferire sull’attività della glia, le cellule immunitarie del cervello. Nei casi di dolore cronico, come nella fibromialgia, si è visto che interagisce con i meccanismi responsabili della percezione del dolore.
Altri integratori utili
La vitamina D viene spesso prescritta perché si è verificato che i pazienti fibromialgici hanno quasi sempre carenza di questa vitamina. Come agisca nella cura della malattia non si sa ancora perfettamente. Si ipotizza che sia coinvolta nel funzionamento delle ghiandole del sistema ipotalamo-ipofisario.
Il magnesio
Il magnesio è un minerale essenziale per le cellule viventi. Coopera nel trasporto di sodio e potassio attraverso la membrana cellulare e influenza i livelli di calcioall’interno delle cellule. Una carenza di magnesio produce nervosismo, ansietà, tic nervosi e insonnia di tipo II, quella in cui ci si addormenta regolarmente ma ci si risveglia spesso, per cui ci si alza stanchi anche dopo diverse ore di sonno. La carenza di magnesio produce anche tensione muscolare e crampi durante il giorno dopo l’esercizio fisico, in particolare alle mani e ai piedi (i crampi notturni ai polpacci, durante il riposo, sono invece dovuti a carenza di calcio). Può causare anche ipertensione arteriosa e sembrerebbe inoltre favorire l’aterosclerosi, soprattutto in caso di dieta ricca di colesterolo. Anche il singhiozzo frequentespesso dipende da carenza di magnesio.
Vantaggi: si possono prendere senza prescrizione, a parte alcune sostanze che possono essere pericolose per il rischio reale di interazioni (come riso rosso, isoflanoidi, iperico, gymko)
Svantaggi: gli integratori non hanno validitò scientifica né sono controllati. Esiste un mercato selvaggio, che fa dubitare della sicurezza dei prodotti anche rispetto alla produzione (provenienza e tracciabilità molto spesso non sono verificabili). Inoltre sono costosi e il rapporto tra costo ed efficacia è piuttosto basso.
Fitoterapia
La fitoterapia è una disciplina medica che sfrutta le proprietà farmacologiche di piante e medicamenti naturali. Segue esattamente le regole e le metodologie della medicinamoderna. Negli ultimi anni si è molto rivalutato l’approccio naturale considerandolo spesso – a torto – innocuo o addirittura più semplice e modulabile rispetto alla medicina tradizionale. Ecco quindi che i rimedi con le erbe vengono considerati terapie “da poco”, che ci si possono auto prescrivere, con il rischio frequente di tossicità e innumerevoli effetti collaterali, in genere sconosciuti perché si tende a minimizzare l’effetto delle erbe.
La fitoterapia deve diventare medicina a tutti gli effetti e negli ultimi anni fortunatamente si è rivalutato questo aspetto. Non deve essere più considerata medicina alternativa, ma una medicina semplicemente diversa la cui efficacia comunque è sottoposta all’evidenza scientifica. Anche la fibromialgia non si discosta da questo: difficilmente si pensa alla guarigione ma si possono utilizzare erbe e tisane per alleviare o ridurre i sintomi, proprio con le stesse strategie farmacologiche classiche.
Nella maggior parte dei casi si possono utilizzare erbe che hanno effetti sul sistema nervoso centrale, ad esempio l’Iperico (Hypericum perphoratum) in compresse e la Griffonia (Griffonia simplicifolia ) – che agiscono sulla serotonina – nonché il Crocus o zafferano (Crocus Sativus ). Occore però fare attenzione perché la terapia con Iperico ha controindicazioni importanti, infatti interferisce con altri farmaci (i contraccettivi ad esempio o alcuni anticoagulanti).
Per i disturbi cognitivi è utile il Gynkco biloba. Per le forme di astenia importanti può essere utilizzato il Ginseng (Panax Ginseng) che migliora il metabolismo del sistema nervoso contrale, svolge un’attività antidepressiva e migliora l’attività motoria. Nelle delicate pazienti fibromialgiche, però, può avere molti effetti collaterali e causare tremori, nervosismo, irritabilità, insonnia oltre a interferire con la glicemia.
Le piante al momento molto studiate per il loro utilizzo nei problemi muscolari e articolari sono la curcuma (Curcuma Longa ), la Boswellia (Boswellia Serrata ), l’Artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens ) e l’Uncaria (Uncaria Tomentosa): hanno un’attività antiinfiammatoria che secondo recenti studi potrebbe essere di aiuto nelle infiammazionin legate alla fibromialgia.
Per favorire il sonno così problematico è a disposizione una bella batteria di piante medicinali, come Passiflora (Passiflora incarnata), Valeriana (Valeriana Officinalis), Biancospino (Crataegus Oxiacantha), Tiglio (Tilia Europaea) che possono essere prese da sole o in tisane in varie percentuali a seconda delle caratteristiche dell’insonnia.
Anche piante contenenti alte concentrazioni di melatonina possono aiutare la regolazione del sonno. Tra queste, il Partenio (Tanacetum Parthenium) che ha anche un altro vantaggio: combatte l’emicrania, molto frequente nella sindrome.
Sono efficaci anche oli e preparazioni al Rosmarino (Rosmarinus Officinalis), unito magari al Ginger (Zingiber Officinale) per lievi massaggi e frizioni locali.
Vantaggi: meno effetti collaterali delle terapie croniche più tollerate, effetti psicologici migliori e buon adattamento alla terapia
Svantaggi: costo talvolta elevato, rischio di dosi eccessive se si pratica l’automedicazione, di cui si sottovalutano le conseguenze. (Donnamoderna.it)
Non è affatto vero che l’agopuntura sia improponibile nei pazienti che prendono anticoagulanti! si può fare tranquillamente anche in questi casi, basta informare il medico agopuntore!