Edemi ed ematomi: meglio intervenire subito
Nello sport e nella vita di tutti i giorni può succedere di prendere una botta. La prima regola, in caso di contusioni, è intervenire subito. Ecco che cosa fare.
Una caduta, un movimento inopportuno, una semplice distrazione: è molto frequente prendere una botta, un trauma più o meno grave che, comprimendo le parti sottostanti a quella colpita, può danneggiare i vasi sanguigni e quelli linfatici.
Le conseguenze le conoscono tutti: gonfiore e macchie scure. Che in medicina si chiamano ecchimosi ed ematomi. A provocarli è la fuoriuscita di sangue e il passaggio di liquidi dai vasi nei tessuti circostanti.
L’edema può comparire poche ore dopo la contusione. I tessuti diventano dapprima molli e la cute pallida, fredda, lucida e, a volte, cianotica, fino a che compare il vero e proprio gonfiore.
Con il tempo la zona diventa dolorante e sempre più dura. Anche quando il dolore scompare, debolezza muscolare e articolazioni rigide rendono difficile il recupero delle normali attività.
Eliminare i liquidi che si accumulano nei tessuti è importante per evitare complicazioni come infiammazioni, fibrotizzazione o, addirittura, ossificazioni.
Pochi accorgimenti, l’uso di farmaci ed, eventualmente, di terapie riabilitative impediscono alla situazione di degenerare, soprattutto se si corre ai ripari nel più breve tempo possibile.
Contrastare il nemico su tutti i fronti
Normalmente nei tessuti c’è un equilibrio tra i liquidi che fuoriescono dai vasi sanguigni e quelli riassorbiti dagli stessi e dal sistema linfatico.
Traumi, anche di piccola entità, possono rompere questo equilibrio, rallentando la circolazione venosa e linfatica e causando il passaggio di proteine dal sangue nei tessuti. Ciò causa il richiamo di acqua che è alla base del gonfiore.
Rimanere a riposo, utilizzare creme o gel antinfiammatori, raffreddare la parte contusa con ghiaccio e proteggerla con un bendaggio ostacola la formazione dell’edema e ne favorisce il riassorbimento.
Ma l’azione più efficace si ottiene andando a riparare i danni ai vasi e stimolando il sistema linfatico a drenare i fluidi che si sono già accumulati. Ciò è possibile grazie a compresse o creme per l’applicazione locale. Ne esistono anche di origine naturale.
In farmacia si possono trovare creme a base di estratto di arnica titolato 1% in rutina: possiede un’azione lenitiva e dona una sensazione di sollievo se spalmata sulle zone cutanee interessate.
Anche l’escina, il principio attivo estratto dall’ippocastano, si è dimostrato particolarmente utile nel mantenere e rinforzare la fisiologica permeabilità cutanea, nonché per favorire il riassorbimento dei liquidi.
Non da ultima la bromelina: si estrae dall’ananas ed è un enzima utile nel far sparire gli edemi sottocutanei.
Tra i farmaci che possono essere d’aiuto ci sono i diuretici, che riducono la quantità dei liquidi circolanti nell’organismo. Devono essere prescritti da un medico e non sono la scelta più efficace: eliminano i fluidi, ma lasciano le proteine nei tessuti e quindi non annullano la causa del gonfiore.
Se, nonostante i trattamenti, il gonfiore e il dolore continuano ad aumentare è possibile che sia in corso una vera e propria infezione. A questo punto è necessario rivolgersi il prima possibile al proprio medico.
Un aiuto dal fisioterapista
Diverse terapie di tipo fisico possono aiutare sia il drenaggio dei liquidi, sia a riparare i vasi danneggiati. Si tratta di chinesiterapia, elettroterapia, vacuumterapia e vibroterapia.
La vera rivoluzione sembra arrivare dall’universo degli ultrasuoni: oltre a esercitare un massaggio meccanico, hanno un effetto termico che diminuisce gli spasmi vasali e contrastano l’infiammazione a livello locale. (Saperesalute)