Ecco cosa succede quando si smette di fumare
Per smettere una volta per tutte vi proponiamo una lista dei benefici per la salute (vostra e di chi vi circonda) e per il portafogli che troverete dicendo addio per sempre alle bionde.
Si sta subito meglio
Non c’è da aspettare molto: i primi effetti benefici per il corpo, in realtà, iniziano ad avvertirsi già 20 minuti dopo aver spento la sigaretta, quando la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca e la temperatura di mani e piedi tornano nella norma. Tra le 8 e le 12 ore successive, inoltre, rientrano sotto la soglia di sicurezza anche i livelli di monossido di carbonio nel sangue.
Contemporaneamente, diminuisce del 95% circa anche il livello di nicotina in circolo, il che fa avvertire i primi sintomi di astinenza dalla sostanza, e aumenta il livello di ossigeno, tornando alla normalità. Il momento più nero, secondo le testimonianze dei fumatori (le esperienze comunque variano molto da soggetto e soggetto, soprattutto a seconda della quantità di sigarette fumate), arriva 24 ore dopo aver smesso, quando l’ex-fumatore prova più distintamente un senso di ansia, che può essere accompagnato da insonnia, difficoltà a riposarsi e vertigini.
Ma non bisogna farsi scoraggiare: il giorno successivo, infatti, le terminazioni nervose danneggiate dal fumo recuperano sensibilità, il che migliora sensibilmente gusto e olfatto, e scompare del tutto la nicotina dal corpo, espulsa tramite l’urina. Tre giorni dopo aver smesso, ci si sente più energici: il respiro torna più profondo e i bronchi cominciano a rilassarsi.
E dopo?
Gli effetti benefici per la salute diventano più consistenti man mano che passa il tempo. Una settimana dopo aver smesso, pagando il (piccolo) prezzo di convivere con circa tre picchi di astinenza al giorno, la circolazione sanguigna di denti e gengive torna simile a quella di un non fumatore. Per la scomparsa dei sintomi dell’astinenza bisogna attendere circa un mese; andando avanti, continua a migliorare la circolazione, scompare la tosse cronica e migliorano le prestazioni sotto sforzo. Da tenere sotto controllo l’alimentazione, dato che l’astinenza e il recupero del senso del gusto portano frequentemente a mangiare di più: due mesi dopo aver smesso, infatti, si registra negli ex-fumatori un aumento medio di peso di 2,7 chili.
Nel lungo termine
Il peggio è passato. Non ricascateci: si continua a migliorare. Entro nove mesi dall’ultima sigaretta, a patto che non sia come quella di Zeno Cosini, scompaiono quasi del tutto congestione nasale, fatica e fiato corto e le ciglia bronchiali, che proteggono i polmoni dal rischio di infezioni, tornano a funzionare efficacemente.
Finalmente, un anno dopo aver smesso, il rischio di problemi cardiovascolari come coronaropatie, infarti e ictus si dimezza rispetto a quello di un fumatore; a 5 anni, il rischio di sviluppare diabete è uguale (per le donne) a quello di un non fumatore; un decennio dopo, il rischio di infarto diminuisce e rientra nei livelli di chi non fuma. E ancora diminuiscono (tra il 30% e il 50% rispetto a chi fuma) il rischio di sviluppare cancro ai polmoni, alla bocca, all’esofago e al pancreas e il pericolo di perdita dei denti (supponendo una vita di 75 anni, infatti, il fumatore perde in media sei denti in più rispetto al non fumatore).
Vent’anni dopo aver smesso, quando le sigarette saranno ormai un ricordo sbiadito, il rischio di morte per cause legate al fumo (almeno nelle donne) torna uguale a quello di un non fumatore.
Pensate agli altri
Fumare non fa male solo a voi. Il , infatti, danneggia anche i vostri cari – si stima che negli ultimi cinquant’anni abbia ucciso oltre 2 milioni e mezzo di persone. Le donne che fumano durante la gravidanza espongono il nascituro a un maggior rischio di sviluppare asma e di nascere con labbro leporino, palatoschisi e sottopeso. Per di più, i neonati e i bambini che crescono in abitazioni di fumatori hanno più rischio di soffrire di otite, bronchite, raffreddore e problemi respiratori.
Accettazione sociale e lavoro
Non c’è solo la salute. Come ricordano gli esperti dell’, infatti, “il fumo oggi è tra le pratiche meno socialmente accettate: vi può costare caro in termini di amicizie, denaro e lavoro”. Un studio del 2013, per esempio, ha mostrato che smettere di fumare, riducendo i giorni di lavoro perduti grazie alla malattia, consente un risparmio annuale al datore di lavoro di quasi seimila euro per ciascun impiegato che smette, il che (auspicabilmente) può riflettersi positivamente su stipendio e produttività. E ancora, in ordine sparso: edifici e automobili in cui non si fuma tendono a deteriorarsi meno facilmente e di conseguenza richiedono meno interventi manutentivi; la maggior parte degli eventi (spettacoli, concerti, etc.) si svolge in luoghi in cui non si può fumare; per un fumatore può essere più difficile trovare un partner.
Denaro
Fumare costa, e parecchio. Smettendo, si evita di mandare in fumo un bel gruzzoletto, sia direttamente (dal risparmio sul costo delle sigarette), che indirettamente (per le mancate uscite dovute alle spese mediche). Tenendo conto dei soli costi diretti del fumo, tanto per rendere l’idea, una persona che fuma 10 sigarette al giorno, considerando un costo medio di 5 euro a pacchetto, spende 17,5 euro a settimana, 75 euro al mese, 912,5 euro l’anno. L’Associazione italiana per la ricerca sul cancro ha messo a punto un calcolatore che vi consente di sapere con precisione quanto risparmiereste smettendo di fumare. In bocca al lupo.
[Fonte http://www.wired.it/scienza/medicina/2016/05/31/giornata-mondiale-tabacco-succede-quando-si-smette-fumare/]