Cisti alla mano: operarsi non serve a nulla?
Purtroppo è vero, riporta il Dott. Davide Smarrelli, direttore Unità Chirurgia della mano, Osp. Humanitas Gavazzeni, Bergamo: non è affatto raro che una cisti tendinea asportata ricompaia poi con una recidiva. Ma ci sono diverse altre soluzioni prima di un intervento, che comunque va eseguito da un chirurgo esperto perché l’asportazione dev’essere molto accurata e il più radicale possibile, ma allo stesso tempo non deve lesionare le delicate strutture anatomiche vicine alla cisti (quali arterie, tendini, strutture vascolari e nervose). Procediamo con ordine. Innanzitutto, per avere una diagnosi certa (e appurare che si tratti davvero di una cisti) deve fare un’ecografia, esame di solito sufficiente a fugare ogni dubbio, per poi rivolgersi preferibilmente a un chirurgo della mano, che durante la visita saprà valutare la sua situazione e proporle la terapia più indicata nel suo caso. Le cisti non di rado “vanno e vengono”, sul polso o in altre sedi del corpo, talvolta cambiando dimensioni e sintomi (a volte non creano disturbo, altre sì). La loro origine resta tuttora incerta, ma siamo invece sicuri del fatto che vadano trattate solo se provocano dolore o difficoltà funzionali, oppure un disagio estetico. Veniamo ora alle possibili cure. A seconda della sintomatologia, ovvero valutando il dolore (che può essere presente anche a riposo, o soprattutto quando si muove il polso e le dita, e può dare anche una sensazione di fastidio al polso e alle dita che limita la completa funzionalità del polso e della mano) e il deficit funzionale o estetico che causano, le cisti possono essere soltanto monitorate, associando eventuali trattamenti palliativi come l’uso di un tutore a scopo antalgico. Oppure possono venire trattate in modo conservativo (ovvero con un tentativo di aspirazione e infiltrazione, che purtroppo di solito dà scarsi risultati); o ancora possono essere asportate chirurgicamente. Spesso le cisti con un decorso altalenante e scarsi disturbi possono essere monitorate, per poi prendere decisioni di cura se aumentano di dimensioni, fanno male e limitano la funzionalità. In genere, come primo passo terapeutico si prova ad aspirare la cisti e nel contempo iniettare del cortisone: una procedura veloce, poco dolorosa, eseguibile in ambulatorio, ma che ha un limite perché non garantisce la soluzione (e se la cisti dovesse riformarsi non è consigliato ripeterla). Infine c’è l’asportazione chirurgica, che va preferibilmente eseguita in ospedale, in day hospital e sotto anestesia (locoregionale se le cisti sono al polso, locale o tronculare se alle dita). L’intervento (salvo rari casi) non è particolarmente lungo né complicato e permette una ripresa funzionale piuttosto precoce.