Caviglia instabile, come rinforzare i muscoli e migliorare l’equilibrio?
Una caviglia poco salda, il piede che spesso “cede” e l’alto rischio di prendersi una “storta”. Chi si riconosce in questo quadro è probabilmente interessato da una condizione cronica chiamata instabilità della caviglia. Ad averla causata è una prima distorsione non adeguatamente trattata che ha lesionato i legamenti, accompagnata da un indebolimento dei muscoli. Ecco perché chi ne è colpito ha la sensazione di non poter camminare, o correre, in modo fermo e sicuro: chi fa sport lo sa benissimo.
La caviglia è un’articolazione molto complessa formata da diversi segmenti ossei, dai legamenti e dall’apparato muscolo-tendineo che li tiene insieme. «Una distorsione di maggiore entità può causare instabilità così come tanti micro-traumi ripetuti nel tempo possono rischiare di compromettere la stabilità della caviglia nel lungo periodo. Una caviglia instabile può apparire lievemente più gonfia e al tatto si potrebbe avvertire del dolore oltre che a un senso di precarietà durante cammino o corsa», aggiunge la dottoressa Lara Castagnetti, osteopata e specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’ospedale Humanitas.
In caso di instabilità della caviglia, attenzione ai nuovi traumi
La prima azione utile per prevenire l’instabilità della caviglia è certamente quella di monitorare i piccoli traumi distorsivi e valutare le conseguenze di distorsioni più gravi intervenendo in maniera adeguata. Se invece si è entrati in questo circolo vizioso, con distorsioni che hanno reso la caviglia instabile e che, a sua volta, aumenta il rischio di ulteriori distorsioni, che fare?
«La riabilitazione permette in pochi mesi di recuperare la funzionalità della caviglia», risponde la dottoressa Castagnetti. «Il primo aspetto che si cura è quello del dolore, se la distorsione è seria e il dolore è acuto, poi si cerca di recuperare l’arco del movimento, si controlla che non sia compromessa la dorsiflessione, ovvero la capacità di sollevare il piede sul tallone. Poi si punta a rinforzare i muscoli ai quali si uniscono i tendini che attraversano la caviglia e, infine, a ripristinare la propriocezione, ovvero la capacità di equilibrio».
Che tipo di esercizi vengono svolti in questo tipo di riabilitazione in caso di caviglia instabile?
«Per il recupero della dorsiflessione si deve cercare, con la gamba tesa, di portare la caviglia su e giù, sforzandosi di tirare la punta del piede verso il corpo. Ci si può aiutare anche con una benda elastica. L’esercizio va svolto in tre serie da 20 movimenti, con pause tra una serie e l’altra».
Per recuperare la forza, invece? «Uno degli obiettivi, come accennato, è il rinforzo dei muscoli che ci permettono l’eversione e l’inversione del piede. Per eversione, da seduti, si avvolge una banda elastica intorno all’avampiede, dove terminano le dita e poco sotto, mentre assicuriamo l’altro capo della banda al dorso dell’altro piede o a una gamba anteriore della sedia. L’esercizio consiste in un movimento di spinta del primo piede verso l’esterno».
Infine il miglioramento dell’equilibrio: «Si può utilizzare una tavoletta o pedana propriocettiva mentre in estate è utilissimo camminare in spiaggia, sulla sabbia. Tutti questi esercizi sono pensati per la prevenzione secondaria, ovvero per evitare nuovi episodi distorsivi. I primi risultati si avranno non prima di due mesi. Parallelamente alla riabilitazione, qualora fosse possibile svolgere delle prestazioni atletiche, è buona cosa supportare dall’esterno la caviglia con bendaggio», conclude la specialista. (humanitas salute)