Acido ialuronico ed esercizio fisico nell’anziano con artrosi dell’anca
In un ambulatorio fisiatrico generico l’affluenza di soggetti affetti da coxartrosi – cioè dell’osteoartrosi dell’articolazione dell’ anca – mono- o bilaterale – si attesta mediamente intorno al 20% tra tutte le visite per altre patologie, inerenti alle articolazioni ed alla colonna vertebrale.
E’ abitudine consolidata accedere alla visita con l’ aspettativa della prescrizione di terapie per contrastare i sintomi rappresentati dal dolore, dalla limitazione articolare e dalla limitazione funzionale, in particolare per ciò che riguarda:
– la rigidità articolare mattutina,
– la capacità di indossare autonomamente le calze o le scarpe,
– mantenere a lungo la posizione seduta e poi alzarsi da una poltrona o da una sedia senza percepire dolore,
– percorrere lunghi tratti di strada a piedi – sul piano o in salita – senza dolore,
– salire e scendere le scale, salire gradini più alti come quelli di un autobus o di certi treni.
L’osteoartrosi dell’anca è generalmente trattata con l’assunzione di farmaci antinfiammatori, talvolta anche di antidolorifici, e con la terapia fisica analgesica , in particolare la magnetoterapia, la TECAR terapia, la tens e le correnti interferenziali.
La somministrazioni di farmaci come la glucosamina solfato ed il condroitinsolfato, può essere una valida terapia di supporto – soprattutto nelle fasi iniziali della malattia – ; tali farmaci al loro pieno dosaggio hanno dimostrato avere un’importante azione nella protezione della cartilagine e nel ritardo della progressione della malattia.
Negli stadi avanzati della malattia è preferibile optare per la soluzione chirurgica, provvedere cioè all’impianto di una protesi articolare. L’ impianto della protesi – dopo un periodo di 2 mesi di riabilitazione – consente di poter riprendere senza dolore le normali funzioni abituali e , in certi casi selezionati, anche certe attività sportive.
Sempre nei casi in cui lo stadio dell’artrosi dell’anca è avanzato, il ritardo o il procrastinare l’intervento comporta la convivenza col dolore e con la disabilità determinata, come detto, dalla limitazione articolare e funzionale, e l’instaurarsi di adattamenti posturali e motori che possono compromettere nel tempo l’altra anca, le ginocchia e la colonna vertebrale lombare.
La disabilità motoria determina nel tempo anche la riduzione della qualità della vita con la depressione dell’umore e la riduzione della vita sociale e di relazione.
Da oltre 25 anni, in ambito ortopedico, reumatologico, medico-sportivo e fisiatrico, nei pazienti affetti da artrosi del ginocchio si pratica con risultati molto soddisfacenti la terapia infiltrativa intrarticolare con l’acido ialuronico.
Dal 1999, essa viene praticata anche nell’anca con l’aiuto della visualizzazione dell’articolazione da trattare e l’individuazione del punto esatto da infiltrare mediante l’ecografo. Attraversando una guida, applicata alla sonda che esplora dalla superficie cutanea l’articolazione, l’ago giunge correttamente all’interno dell’articolazione. Dal monitor l’operatore può controllare con facilità l’ingresso della punta dell’ago in articolazione e la diffusione all’interno della stessa del liquido iniettato .
Le procedure ed protocolli sono ormai consolidati e condivisi dalla comunità scientifica.
Tale innovazione, oltre ad incontrare un favorevole riscontro da parte dei pazienti, consente la progressiva riduzione delle prescrizioni di terapia medica , fisica e riabilitativa , f avorisce una significativa riduzione della lista d’attesa per le visite e per i trattamenti e può anche ritardare – talvolta – di diversi anni la necessità di effettuare l’intervento per l’impianto della protesi .
I risultati positivi riscontrati sono confermati ampiamente dalla letteratura.
Fino a qualche anno fa l’indicazione per questa terapia era posta soltanto per i primi stadi della malattia artrosica, mentre erano esclusi i pazienti che presentavano uno stadio più avanzato. Recentemente , invece, sono stati riscontrati benefici – seppure parziali e temporanei – anche nei casi con artrosi in stadio avanzato, in quei pazienti in attesa di un imminente intervento o per i quali era stata posta una controindicazione allo stesso.
Nell’ambito della medicina fisica e riabilitativa, la terapia infiltrativa ecoguidata con acido ialuronico dell’artrosi dell’anca del paziente anziano sedentario è integrata, da qualche anno, dall’adozione di protocolli personalizzati, con esercizi fisici mirati per la colonna vertebrale, per il bacino, per il miglioramento dell’ articolarità e del potenziamento muscolare dell’arto inferiore e con la prescrizione di condroprotettori (glucosamina solfato, condroitinsolfato).
Le sedute di terapia infiltrativa intrarticolare, con un’ unica fiala di 4 ml di acido ialuronico ad alto peso molecolare, possono essere sono effettuate in media con cadenza da uno-due a tre-quattro mesi l’una dall’altra , secondo le necessità individuali.
L’ attività fisica dopo la visita fisiatrica ed una valutazione funzionale di ciascun paziente, viene solitamente impartita a piccoli gruppi di 4 -6 persone, in ambiente ospedaliero dai terapisti della riabilitazione con l’obiettivo di apprendere, nell’arco di 5 – 8 sedute gli esercizi specifici mirati, da proseguire abitualmente in autotrattamento a casa.
Gli esercizi prevedono: movimenti articolari in tutte le direzioni con gli arti inferiori, col prevalente coinvolgimento dell’anca, stretching, potenziamento muscolare con l’uso di piccoli pesi alle caviglie stabilizzazione del bacino e della colonna vertebrale, correzione della postura, prevenzione delle cadute ( per i pazienti più anziani ).
La prescrizione dell’esercizio fisico personalizzato da eseguire regolarmente al domicilio prevede in genere 4 – 6 sedute / settimana di 40′ ciascuna
La condroprotezione viene stata prescritta per cicli di tre mesi, intervallati da pause di due mesi.
I risultati ottenuti con tale protocollo, rispetto ai pazienti trattati soltanto con la terapia infiltrativa intrarticolare, dimostrano significativi miglioramenti relativi alla riduzione dei sintomi, al miglioramento dell’articolarità ed alle capacità funzionali.
Si riscontrano inoltre significative riduzioni dell’uso di farmaci antidolorifici ed antinfiammatori e di terapia fisica antalgica.
La qualità della vita di tutti i pazienti trattati migliora in maniera significativa.
Nel trattamento dell’artrosi dell’anca del sedentario anziano, si suggerisce l’opportunità di adeguare il numero delle sedute/anno di terapia infiltrativa alle esigenze ed alle risposte individuali di ciascun soggetto e di associare un adeguato programma di esercizio fisico mirato e personalizzato da condurre con regolarità ed assiduità.
Sicuramente nella maggior parte delle patologie osteoarticolari, una corretta attività fisica può diminuire significativamente la sintomatologia e migliorare la funzionalità, ritardando la progressione della patologia stessa. Ortopedici, fisiatri e reumatologi dovrebbero sempre, in accordo con lo specialista in medicina dello sport, valutare l’utilità di una corretta attività fisica, fornendo le indicazioni idonee al paziente.