Covid, il Brasile supera le 360mila vittime. Pazienti intubati da svegli e legati per mancanza di sedativi

Per la prima volta, Medici Senza Frontiere (MSF), definisce quanto sta accadendo in Brasile «una catastrofe umanitaria», come riporta Claudia Gandolfi per Il Corriere della Sera. Il Paese nelle ultime 24 ore ha registrato 3.459 decessi legati al Covid-19 e 73.513 contagi. Il bilancio dei morti, dall’inizio della pandemia, supera ufficialmente i 360mila morti (ma molti altri sono sicuramente sfuggiti alla drammatica conta, negli angoli più remoti del Paese). Il virus si sta diffondendo senza freni su tutto il territorio nazionale. «I medici sono fisicamente, mentalmente e psicologicamente esausti e lasciati soli a raccogliere i pezzi per la negligenza del governo», ha denunciato giovedì Christos Christou, presidente internazionale di MSF, sottolineando la mancanza di coordinamento centrale e le «sofferenze non necessarie» subite dalla popolazione.

Il Covid e la situazione sanitaria in Brasile

«Le misure di sanità pubblica sono diventate un campo di battaglia politico in Brasile. Per questo decisioni che dovrebbero fondarsi sulla scienza vengono orientate da opinioni politiche più che dalla necessità di proteggere individui e comunità dal Covid-19», ha concluso. Dal 26 febbraio 2020 — giorno nel quale è stato notificato il primo caso — i contagi ormai sfiorano i 14 milioni di casi. La scorsa settimana i brasiliani hanno rappresentato l’11% della popolazione mondiale contagiata dal Covid-19 e il 26,27% dei decessi globali. «E lo scenario è destinato a peggiorare nelle prossime settimane», preannuncia Christou.

Perché muoiono i bambini?

Forse il dato più inquietante degli ultimi giorni è l’aumento a sorpresa dei bambini che muoiono a causa del Coronavirus, come rivela la Bbc. «Nonostante le prove schiaccianti che il Covid-19 uccide raramente i più piccoli, in Brasile 1.300 bambini sono morti a causa del virus», rivelano i corrispondenti locali, citando il drammatico caso di Lucas, un anno appena. «Un medico ha rifiutato di testarlo per Covid, sostenendo che i suoi sintomi non corrispondevano al profilo del virus. Due mesi dopo è morto per complicazioni dovute alla malattia».

Una minaccia per la sicurezza mondiale?

Martedì la Francia è entrata a far parte della lista dei Paesi che hanno sospeso «fino a nuovo avviso» i voli dal Brasile per cercare di prevenire l’espansione del ceppo brasiliano del coronavirus. La sospensione deve — ora — essere approvata dall’Assemblea nazionale e dal Senato. Attualmente i brasiliani possono viaggiare liberamente o con restrizioni lievi soltanto in otto Paesi del mondo, tra cui l’Afghanistan e l’isola di Tonga.Per gli altri sono un pericolo reale e fortissimo. Lo conferma la rivista Science che ha pubblicato ben due “papers” sulla situazione nel Paese sudamericano e sui pericoli connessi alla contagiosissima e più letale variante P1 nata a Manaus, nello stato di Amazonas, contro cui forse i vaccini attualmente a disposizione non offrono una protezione molto efficace. La domanda chiave è: «Il Brasile è una minaccia per la sicurezza sanitaria mondiale?». Il rischio, reale, è che SARS-CoV-2 si trasformi in un altro virus. Più si riesce a contenere la sua propagazione, è la conclusione degli scienziati, minori saranno le possibilità che muti in qualcosa di ancor più devastante.

«Sistema al collasso, mancano i sedativi»

Un nuovo allarme arriva dagli ospedali di Rio de Janeiro, dove i medici stanno fronteggiando un’improvvisa carenza di sedativi. Un’infermiera dell’ospedale Albert Schweitzer di Realengo, nella zona orientale di Rio, ha raccontato al sito Globo.com che alcuni pazienti Covid in gravi condizioni sono stati intubati da svegli e con le mani legate al letto a causa della mancanza di farmaci. «Sono svegli, senza sedativi, intubati, con le mani legate al letto e ci implorano di non farli morire», ha detto l’infermiera, che ha chiesto di rimanere anonima. «La ventilazione meccanica senza sedativi è una vera forma di tortura per il paziente», ha aggiunto il medico di terapia intensiva Aureo do Carmo Filho. Un’infermiera in servizio in un altro ospedale della capitale carioca, il Sao José, ha confermato che alcuni dei 125 pazienti Covid sono morti a causa della mancanza di sedativi. «Non abbiamo farmaci, non abbiamo sedativi per i pazienti in terapia intensiva e purtroppo molti di loro non ce la fanno. Noi operatori sanitari assistiamo disperati, piangendo, perché non possiamo fare nulla. Non abbiamo siringhe, non abbiamo nemmeno gli aghi», si legge sempre su Globo.

Bolsonaro contrario alle spiagge chiuse

La rivista Science individua diverse cause nella mancata capacità del Brasile di fermare il contagio e il diffondersi della variante P1. «In primo luogo, il Brasile è grande e disuguale, con disparità nella quantità e nella qualità delle risorse sanitarie, come letti ospedalieri, medici e reddito, indicano i ricercatori. Poi incide la fitta rete urbana e gli spostamenti che non sono stati completamente interrotti. Ma hanno giocato un ruolo rilevante anche le divisioni interne, fra diverse aree geografiche, e la fortissima polarizzazione politica che «ha politicizzato la pandemia». Infine, «SARS-CoV-2 è circolato inosservato in Brasile per più di un mese, a causa della mancanza di una sorveglianza genomica ben strutturata». Medici Senza Frontiere conferma: «La variante P1 è un problema, ma da sola non spiega una situazione così grave», dice Meinie Nicolai, direttore generale di MSF a Bruxelles.

Sfida politica sulle spiagge chiuse

Alcuni stati, come il Ceará, hanno resistito meglio mentre altri, che pur avevano risorse maggiori, non sono riusciti a contenere la diffusione di Covid-19, come Rio de Janeiro. Di sicuro, molti puntano il dito contro il presidente Jair Bolsonaro, che solo pochi giorni fa è tornato a sollecitare la riapertura delle spiagge, il cui accesso è stato vietato da alcuni sindaci e governatori. Bolsonaro ha apertamente criticato il sindaco di Rio de Janeiro, Eduardo Paes, che ha decretato la chiusura degli arenili. «Vorrei che coloro che vogliono chiudere tutto si preoccupassero della disoccupazione, vedessero come vivono le persone nelle comunità (povere), quanto poco hanno nel frigorifero», ha aggiunto il presidente, che poi ha nuovamente difeso il «trattamento precoce» in casa, con farmaci come l’idrossiclorochina, per combattere il Covid.