“Stress da Covid”? L’attività fisica è il miglior rimedio
In termine tecnico viene definito “Pandemic Fatigue”, cioè l’insieme di fattori stressanti dovuti dall’esposizione all’incertezza del momento. L’ansia di essere nuovamente chiusi in casa, la mancanza di socializzazione, la paura di ammalarsi, il timore di perdere il lavoro, sono tutti fattori che possono scatenare una risposta ansiogena.
L’Ordine degli Psicologi ha redatto un’inchiesta, dalla quale è emerso che il 60% degli italiani, durante la quarantena primaverile, ha sofferto di episodi di ansia, depressione e attacchi di panico. Il che non è assolutamente positivo in un’epoca come questa, dove la depressione è già una delle patologie più diffusi e con costi sanitari altissimi e un impatto fortemente negativo sulla vita di chi ne è affetto.
La soluzione?
Secondo gli psicologici la terapia migliore è camminare per almeno 20 minuti al giorno nella natura (così riporta il quotidiano torinese La Stampa). In generale è l’attività fisica a essere un antidoto contro lo stress, anche in tempi di incertezza.
L’attività fisica infatti, oltre ai benefici sul corpo, ha un impatto notevole sul sistema nervoso e quindi sull’umore. Da un lato abbiamo la secrezione di endorfine, che sono degli oppiodi endogeni (ovvero prodotti dal nostro corpo), che hanno lo scopo di lenire le infiammazioni causate dall’attività fisica stessa.
L’effetto calmante delle endorfine viene spesso definito come “runner’s high”, cioè lo sballo del corridore. Ma oltre al tema delle endorfine, l’attività fisica permette di entrare in uno stato di coscienza che gli psicologi definisco “flow”. Il flow, un termine coniato dallo psicologo ungherese Csikszentmihalyi, è uno stato della mente in cui l’attenzione è diretta solo sull’attività che stiamo eseguendo. Un momento in cui la concentrazione é massima e lo sforzo minimo. Nelle arti marziali questo stato mentale viene chiamato “mu-shin”, mente senza catene. Il marzialista è concentrato ma privo di pensieri che ne interrompono il movimento.
Le attività aerobiche come correre e pedalare sono tra le più indicate per sperimentare il flow, a patto che:
- Lo sforzo non sia troppo intenso
- Non ci siano distrazioni (numeri, lucette, notifiche)
- Ci si stia divertendo
- Ascoltare musica ha effetti diversi in base alla risposta emotiva a ciò che stiamo ascoltando.
Uno dei flow più belli, secondo me, è quando si corre o pedala giù a perdifiato per una discesa tecnica e ripida: la mente si concentra sugli ostacoli ma non si blocca su uno in particolare e il flusso dei movimenti è naturale e privo di sforzo.
La generazione del flow permette alla persona di staccarsi dalla realtà che percepisce e di essere totalmente immerso nell’attività che sta eseguendo, producendo una lucidità di pensiero.
Il connubio tra attività fisica e serenità mentale è cosi forte che filosofi come Socrate, Platone, Rousseau e Nietzsche (il quale sosteneva che “solo i pensieri che nascono quando si cammina hanno un valore”) passavano molto tempo a camminare per “pulire i pensieri”. Moltissimi scienziati hanno elaborato teorie mentre camminavano all’aria aperta.
Ciò avviene perché da un lato l’attività di tipo aerobico aumenta lo scambio gassoso, producendo un maggior ossigenazione dei tessuti (tra cui il cervello), una irrorazione di sangue più copiosa e il lento affaticamento del sistema nervoso centrale “spegne” le attività superiori del cervello, riducendo il chiacchiericcio mentale e permettendo una riduzione del flusso dei pensieri.
In un’epoca storica di incertezza, nella quale il nostro stesso determinismo è messo a dura prova poiché ci sentiamo sempre meno padroni delle nostre azioni e più in balia degli eventi e delle decisioni del nostro Governo, le ricadute a livello di serenità mentale possono essere molto negative.
Possiamo contrastarle con un semplice “farmaco”: l’attività fisica. Che va presa quotidianamente, in dose minima di 20 minuti, anche blanda. (bikeitalia)