Venezia, fatica a respirare. La corsa all’ospedale, studente muore in poche ore
Da qualche giorno aveva delle difficoltà respiratorie, non si sentiva bene, ma sembrava un problema passeggero. Fino a martedì scorso, quando ha accusato un malore, ha perso i sensi e i suoi genitori hanno chiamato un’ambulanza: purtroppo però, nonostante la corsa disperata all’ospedale, Arafat Mohammad Mahbub è morto. Il giovane, di nazionalità bengalese, aveva solamente 17 anni: «Ho un’infinità di sogni e non mi arrendo mai», era il suo motto che compare ancora nei suoi profili sui social network che in questi giorni si sono riempiti di messaggi di affetto. Arafat viveva a Mestre, la sua famiglia è in Italia da tanti anni ed è ben integrata, il padre è un uomo d’affari. Il 17enne frequentava l’istituto Zuccante di Mestre. «Siamo profondamente scioccati — dice lo zio —. Preghiamo per lui». La sua è stata una morte improvvisa, Arafat è arrivato al pronto soccorso il 4 giugno in seguito a un malore e le sue condizioni erano già molto critiche, ma nei mesi precedenti era sempre stato bene. Una volta entrato in ospedale era già in arresto cardiorespiratorio.
Le prime analisi
Secondo quanto detto alla famiglia, i medici facendo le analisi avrebbero notato una massa importante che comprimeva il cuore e di conseguenza anche le funzioni respiratorie. Una massa che si sarebbe formata nel giro di poche settimane, come spesso avviene nelle persone più giovani (e spesso non è facile riconoscere i sintomi). Trattandosi di una massa troppo grande — che già aveva compromesso le funzioni vitali — intervenire per i medici dell’ospedale all’Angelo sarebbe stato impossibile e nonostante i tentativi di salvargli la vita il ragazzo non ce l’ha fatta. La notizia della sua scomparsa si è diffusa in poche ore tra la comunità bengalese veneziana, i parenti e gli amici del 17enne sono ancora sconvolti e stretti nel dolore che ha comportato l’improvvisa tragedia. Nei giorni scorsi, alla Madonna Pellegrina ad Altobello, è stato celebrato il funerale del giovane, al quale hanno partecipato molte delle persone che formano la comunità bengalese, tra cui il rappresentante Kamrul Syed. L’anno scorso, ancora a Mestre, un altro giovanissimo bengalese, Mohammed Aorangojeb, era andato incontro a un tragico destino. Aveva tredici anni ed era stato ricoverato per dei problemi cardiaci di cui soffriva da tempo, tanto da impedirgli di correre e di fare qualsiasi attività sportiva. Dopo qualche giorno ricoverato all’ospedale di Padova, il suo cuore aveva smesso di battere. (Corrieredelveneto)