Corsa e infortuni: come trattare e prevenire i 4 più comuni
Chi sostiene che la corsa faccia male è quasi sempre un pigro. È vero il contrario: esistono un’infinità di motivi per cui è possibile stare meglio con la corsa. Ma come in ogni altra attività fisica, anche chi corre non può sfuggire alla tegola degli infortuni. Se è pertanto irrealistico pensare di poterli evitare del tutto, ci sono comunque precauzioni che consentono di limitare almeno quelli più comuni e pertanto più trattati. Vediamo allora quali accorgimenti è possibile adottare affinché corsa e infortuni percorrano per quanto possibile strade diverse.
Il tendine d’Achille, sebbene sia il tendine più forte di tutto il nostro corpo, è una delle zone che il runner deve curare maggiormente, perché, quando sottoposto a stress eccessivo, tende a irrigidirsi e infiammarsi, provocando tra tallone e polpaccio un dolore acuto che costringe a fermarsi, soprattutto per evitare che subisca danni più seri come la rottura. Per prevenire l’infiammazione è utile, prima dell’allenamento, uno stretching mirato del polpaccio e l’utilizzo di scarpe che controllino il movimento e che non siano consumate. Allo stesso modo è importante per chi sia già incorso in questo tipo di problema, incrementare sempre l’allenamento in maniera graduale e affiancare alla corsa un’uscita settimanale in bicicletta su terreno in pianura e a velocità moderata. Chi, invece, è appena incappato in una tendinite, è bene che sospenda momentaneamente la corsa e faccia applicazioni di ghiaccio per 15-20 minuti più volte nel corso della giornata. Spesso basta questo accorgimento a far scomparire un’infiammazione di lieve entità; quando non è sufficiente, è opportuno invece rivolgersi a un fisioterapista.
La sindrome della bandelletta ileotibiale, infortunio conosciuto come ginocchio del corridore proprio perché molto diffuso tra i runner, consiste nell’infiammazione a carico della zona ileotibiale, l’ultimo tratto della fascia femorale, e si manifesta con un dolore sordo che di solito compare durante la corsa e scompare dopo essersi fermati. Talvolta al dolore può accompagnarsi un gonfiore nella parte esterna del ginocchio. Poiché questo infortunio si configura come sindrome da sovraccarico, a livello preventivo è importante dosare bene l’allenamento; inoltre, affinché si mantenga il giusto baricentro del corpo, può aiutare evitare percorsi con variazioni di pendenza. Ma chi avverte questo tipo di fastidio, è bene si metta a riposo almeno per un paio di settimane, nonostante il dolore non sia tale da impedire del tutto di correre e si sia tentati di continuare. Se trattato alla prima comparsa dei sintomi, il riposo unito a una breve terapia antinfiammatoria risulta sufficiente per risolvere in breve tempo il problema.
Se si avverte un dolore pulsante all’altezza dello stinco, più intenso a inizio allenamento e più lieve quando i muscoli sono ormai sciolti e scaldati, è molto probabile che si sia incappati in una periostite tibiale. Questo infortunio colpisce molto spesso i principianti, che vanno a usare muscoli in precedenza mai sottoposti a carichi o che poggiano eccessivamente sulle punte dei piedi e si configura come un vero e proprio trauma. Per prevenire l’insorgere del problema, è utile irrobustire muscoli e tendini della gamba prima di affrontare importanti cicli di allenamento, quando in ogni caso è preferibile usare scarpe ben ammortizzate. Chi invece è stato colpito da periostite, benché possa continuare a correre, è bene che moderi ritmo di corsa e chilometraggio e che si sottoponga a crioterapia dopo ogni allenamento. Qualora questo accorgimento non basti, servirà un ciclo di sedute di fisioterapia per guarire dall’infortunio.