Rischio ictus? Tai Chi meglio delle camminate per prevenirlo
Il Tai Chi non è solo una tecnica zen di autodifesa, ma potrebbe essere utilizzato anche come arma di prevenzione per l’ictus. È quanto emerge da uno studio condotto dalla Chinese University di Hong Kong e presentato all’International Stroke Conference 2017 organizzata dall’American Stroke Association che ha preso il via il 22 febbraio a Houston in Texas. Secondo i ricercatori, due ore di pratica alla settimana di questa disciplina sarebbero sufficienti per ridurre la pressione sanguigna e aumentare i livelli di colesterolo “buono” nell’organismo. Gli effetti benefici del Tai Chi sarebbero superiori anche a quelli di altre attività motorie come le passeggiate.
Lo studio – La ricerca finalizzata ad analizzare le proprietà benefiche del Tai Chi sulla salute dell’uomo è stata condotta da un gruppo di ricerca dell’istituto universitario di Hong Kong guidato da Aileen W.Chan. Lo studio ha coinvolto negli esperimenti 246 adulti che presentavano fattori di rischio noti per l’ictus, come ad esempio l’ipertensione. I partecipanti sono stati suddivisi in maniera casuale in tre gruppi: il primo avrebbe dovuto completare due sessioni da 60 minuti ciascuna di Tai Chi alla settimana; il secondo avrebbe seguito un programma che prevedeva 30 minuti di camminata a passo veloce al giorno, mentre l’ultimo, il “gruppo di controllo”, non ha modificato in alcun modo le proprie abitudini continuando a svolgere le medesime attività precedenti all’esperimento. A distanza di tre mesi dall’inizio della prova è stato possibile analizzare i primi risultati e valutare l’impatto del Tai Chi sui partecipanti rispetto ad una attività come il camminare e le differenze emerse con il gruppo di controllo.
Riduzione dei fattori di rischio – Il gruppo che ha praticato Tai Chi, a distanza di tre mesi dall’inizio dell’attività, ha mostrato una riduzione significativamente superiore della pressione arteriosa sia sistolica (la massima, con meno 10,25 millimetri di mercurio) che diastolica (la minima, con meno 6,5 millimetri di mercurio) rispetto ai partecipanti del gruppo di controllo. Inoltre, sempre rispetto al gruppo di controllo, chi ha praticato Tai Chi ha fatto registrare anche un aumento pari allo 0,16% del colesterolo Hdl, ovvero lipoproteine ad alta densità, il cosiddetto colesterolo “buono”. Quest’ultimo si differenzia da quello “cattivo”, che invece può ridurre l’elasticità delle arterie, provocare trombi o ostacolare il flusso sanguigno. Passando al gruppo che ha praticato camminate quotidiane, non sono emerse rilevabili variazioni di pressione o colesterolo buono. In nessuno dei tre gruppi, infine, sono state osservate variazioni nella quantità totale di colesterolo presente nell’organismo, glicemia, indice di massa corporea, girovita o massa grassa. Secondo i ricercatori, però, sarebbe necessario uno studio più lungo di tre mesi per monitorare con più precisione gli effetti di una pratica costante del Tai Chi sulla prevenzione dell’ictus.
[Fonte http://tg24.sky.it/tg24/salute-e-benessere/2017/02/22/tai-chi-prevenzione-ictus.html]