Nuove opportunità di riabilitazione dall’ictus – l’arto di gomma

artogomma

Può il nostro cervello riconoscere come parte del nostro corpo una mano finta e disconoscere la mano vera? La risposta, fornita da parametri fisiologici del sistema motorio,  è sì ed è quello che ha dimostrato la ricerca di Francesca Garbarini, dell’Università di Torino, Francesco della Gatta, dell’Università Statale di Milano, e collaboratori.

Uno studio innovativo, pubblicato sulla rivista scientifica “e-Life”,  promosso dal “The Guardian” e trasmesso negli scorsi giorni dalla BBC.  “L’esperimento”, spiegano, “sfrutta una suggestiva procedura sperimentale, l’illusione della mano di gomma, che inganna il cervello facendogli credere come sua una mano finta, mentre quella propria viene disincorporata”.  Al soggetto seduto davanti al ricercatore, come si vede dalla foto, viene chiesto di infilare un arto all’interno di un scatola, mentre l’altro viene nascosto alla sua vista. Al suo posto viene messo una mano di gomma.

Il ricercatore inizia a passare un pennello sia su quella vera, che su quella finta e il partecipante sente il tocco delle setole sulla propria, nascosta alla vista. L’illusione si instaura creando un conflitto sensoriale tra visione e tatto, che il cervello risolve il conflitto mediante un processo di integrazione multisensoriale che permette di riallineare il segnale tattile su quello visivo, generando l’illusione che il tocco, percepito sulla propria mano, provenga dalla mano di gomma che vede essere toccata.

Questa bizzarra sensazione è accompagnata dall’esperienza illusoria che l’arto finto diventi parte del proprio corpo, mentre la mano vera viene lasciata in uno stato di “abbandono”, come se venisse esclusa per far posto a quella “nuova”.

“L’esperimento”,  spiegano Garbarini e della Gatta, “ha cercato di fare luce su cosa accade al cervello durante questo processo. Tramite la stimolazione magnetica transcranica si è scoperto che, quando un individuo include nel suo corpo la mano finta ed esclude quella vera, l’eccitabilità corticale subisce una drammatica diminuzione, come se il cervello fosse temporaneamente meno pronto ad attivare i muscoli della mano sottoposta all’illusione”.

Lo studio riveste una grande importanza per quei pazienti con patologie neurologiche, come l’ictus, che a seguito di lesioni cerebrali hanno una consapevolezza del proprio corpo alterata. In alcuni casi ritengono fermamente che una parte del loro corpo non gli appartenga più o, viceversa, che parti altrui siano proprie. “Nuove opportunità di riabilitazione potrebbero emergere da ricerche future in cui si chiarisca come l’attività delle aree cerebrali deputate al controllo dei movimenti contribuisca alla generazione della consapevolezza corpo”, concludono Garbarini e della Gatta.

[Fonte http://www.torinoggi.it/2016/10/21/leggi-notizia/argomenti/attualita-8/articolo/nuove-opportunita-di-riabilitazione-dallictus-grazie-alluniversita-di-torino-e-milano.html]