Ictus, infarto e colesterolo? Si evitano camminando
Camminare fa bene. E non diciamo nulla di nuovo. Ma cosa succede al nostro corpo quando passeggiamo, magari velocemente? Quali sono i benefici? Ne parliamo col professore Giorgio Liguori, titolare della cattedra di Igiene ed Epidemiologia del Dipartimento di Scienze Motorie e del Benessere dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, nonchè presidente Società Italiana Health Horizon Scanning.
«Innanzitutto diciamo che fa bene il “movimento” in genere. Camminare poi è la cosa che ci viene più naturale da quando impariamo a farlo. Quando dico movimento mi riferisco, secondo la definizione dell’OMS a qualunque attività che svolgiamo in grado di produrre una quantità di energia superiore a quella prodotta dal nostro corpo in condizioni di riposo» spiega il docente. Ed ecco cosa succede al nostro corpo quando camminiamo. «In buona sostanza migliora la performance di tutte le strutture anatomo-fisiologiche che sono coinvolte, in particolar modo del sistema respiratorio, cardio-circolatorio, muscolare ed osseo. E non solo» precisa Liguori. E aggiunge: «Non va infatti trascurato il grande impatto sul sistema endocrino, sul sistema metabolico (per riduzione dei livelli di glucosio e di acidi grassi), sul sistema posturale (per un più basso stress sulle articolazioni e sulla colonna vertebrale, almeno rispetto alla corsa), nonché sul benessere relazionale ed economico poiché è l’attività fisica meno costosa». In definitiva, ribadisce il cattedratico, si tratta di una pratica davvero salutare dove la salute – come da definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità – non è solo l’assenza di malattie ma uno stato di pieno benessere psichico, fisico e sociale.
E passiamo alle patologie che si possono evitare camminando.
«Tutti i benefici del camminare hanno quale effetto quello di prevenire o tenere sotto controllo molte patologie, sia acute, sia croniche. Innanzitutto le malattie a carico dell’apparato respiratorio, prima fra tutte la bronco pneumopatia cronica ostruttiva. Poi quelle a carico del sistema cardio-circolatorio, sia del cuore (patologia miocardica, valvolare, del sistema di conduzione elettrico), sia dei vasi (patologia aortica e coronarica, l’ictus e l’ipertensione arteriosa anche perché, stimolando il metabolismo degli acidi grassi, è possibile intervenire sull’aumento dei livelli del colesterolo buono e sulla riduzione di quello cattivo». Per quanto riguarda le patologie osteo-muscolari, poi, il principale risultato sta nel miglioramento della massa muscolare e aumento-mantenimento della densità ossea, fattore fondamentale per la prevenzione dell’osteoporosi. «Molto importanti sono gli effetti benefici su talune patologie endocrino-metaboliche, prima fra tutte il diabete mellitoi» rivela ancora Liguori. E conclude: «Per quanto riguarda l’apparato digerente, va aggiunto che camminare, grazie all’aumento di frequenza respiratoria e cardiaca di cui si è detto, migliora sensibilmente la peristalsi intestinale e dunque, accelerando il transito degli alimenti lungo il tratto digerente, risulta utile per coloro che hanno problemi di intestino pigro. Effetti benefici sono altresì dimostrati su taluni tumori, in particolare quelli al seno e al colon. Infine, è possibile affermare con cognizione di causa che, relativamente alla sfera psichica, la camminata migliora il tono dell’umore, riduce gli stati d’ansia e lo stress».
[Fonte http://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/la_salute-1735287.html]