FISIOTERAPIA NELLA TALLONITE
La tallonite generalmente indica una patologia infiammatoria che causa una condizione dolorosa del tallone, ovvero la parte posteriore del piede, inferiore al calcagno. In ambito medico la tallonite è nota con il nome di tallodinia o di talalgia plantare.
Le cause della tallonite possono essere condizionate da molti aspetti. Tra le più comuni troviamo:
- postura errata: utilizzo dei tacchi alti
- borsite: un’infiammazione delle borse sierose retrocalcaneari o sottocutanee che favoriscono lo scorrimento delle strutture periferiche del tendine
- tendinopatia inserzionale: infiammazione causata da alcuni sport, come la corsa o il calcio, nei quali è sollecitata la zona calcaneare
- fascite plantare: infiammazione della muscolatura della pianta del piede causata da un’eccessiva sollecitazione del tallone
- frattura da stess: una frattura ossea legata a microtraumi ripetuti nel tempo
- malattie dismetaboliche: come per esempio la gotta, una patologia in cui un aumento della produzione di acido urico è all’origine di un progressivo accumulo di cristalli di acido urico e di conseguenti dolorose infiammazioni a livello articolare
- reumatismi
- sperone (spina) calcaneare: crescita anomala del tessuto osseo del calcagno
Fortunatamente le talloniti comuni guariscono nel giro di pochi giorni (1-3 settimane a seconda del tipo e dell’entità del problema) salvo alcune forme croniche che possono richiedere tempi di guarigione molto più lunghi. E’ tuttavia di fondamentale importanza affrontare tempestivamente il problema in modo da evitare possibili peggioramenti ed allontanare il rischio di paramorfismi compensativi. Il soggetto colpito da tallonite tende infatti a limitare il carico sul piede dolente adattando la postura e la deambulazione. A lungo andare tali compensazioni possono causare problemi anche seri ad altre strutture corporee (bacino, colonna vertebrale e ginocchia).
Si consiglia pertanto di sospendere l’attività motoria ai primi sintomi dolorosi almeno fino a quando non si sarà ripristinata la normale funzionalità del retropiede. Si consiglia inoltre di applicare del ghiaccio sulla zona dolente nella fase acuta del trauma.
I farmaci antinfiammatori possono dare un sollievo temporaneo ma da soli non vanno ad agire sulla causa del disturbo. Le infiltrazioni di cortisone risolvono l’ infiammazione, ma rischiano di indebolire i tendini e le fasce plantari.
Esercizi di stretching della fascia plantare, del polpaccio e del tendine di achille sono utili soprattutto in caso di fascite plantare.
In molti casi si consiglia l’associazione con terapie fisiche (ultrasuoni, crioultrasuoni, laserterapia, ionoferesi, massaggi). Nel periodo riabilitativo possono rivelarsi molto utili esercizi propriocettivi e di sensibilizzazione plantare.
Solo dopo che la tallonite è guarita è opportuno usare un plantare fatto ad hoc, utile nei casi di cause dell’infiammazioni anatomiche e non rimosse.