LA SINDROME DEL TUNNEL CARPALE
La sindrome del tunnel carpale (STC) è un insieme di sintomi soggettivi e segni oggettivi a carico della mano, dovuti ad una compressione del nervo mediano all’interno del “tunnel carpale”, ossia quel tunnel anatomico posto nel palmo della mano, presso il polso.
La sindrome del tunnel carpale di solito si manifesta in modi molto precisi: un formicolio o un ‘addormentamento’ della mano o della dita, che a volte diventa presto un dolore o un bruciore che a volte arriva fino al braccio.
La mano e le dita diventano deboli, e molte volte il dolore impedisce di fare il proprio lavoro. Non si ha più forza delle mani e della braccia.
La cura iniziale di solito comporta il riposo della mano e del polso ammalato per almeno due settimane: occorre evitare tutte le attività che potrebbero peggiorare i sintomi e steccare il polso per evitare ulteriori danni che potrebbero essere scatenati da torsioni o flessioni inopportune. Se la zona è infiammata, l’applicazione di impacchi ghiacciati può contribuire a ridurre il gonfiore.
In alcune circostanze farmaci di diversa natura possono alleviare il dolore ed il gonfiore associati alla sindrome del tunnel carpale. I farmaci antinfiammatori non steroidei possono alleviare i sintomi presenti da poco tempo o causati da un’attività molto intensa. Una maggiore assunzione di vitamina B6 (piridossina, per esempio Benadon compresse) può alleviare i sintomi della sindrome del tunnel carpale.
Gli esercizi di stretching e di rafforzamento possono essere utili per le persone con sintomi di modesta entità. Questi esercizi devono essere svolti sotto la supervisione di un fisioterapista, capace di usare gli esercizi per la cura delle menomazioni fisiche.
Le terapie fisiche prevedono l’impiego di diverse forme di energia, con tecnologie e strumenti specifici.
Nella STC è consigliata l’elettroanalgesia con TENS attenuando così la conduzione degli stimoli dolorifici mediante il meccanismo del “gate control” e producendo inoltre un’azione di vasodilatazione e di riassorbimento degli edemi.
E’ possibile inoltre utilizzare la laserterapia, anch’essa con azione analgesica e stimolante della circolazione e del trofismo tissutale locale, mediante energia termica e vasodilatazione.
La galvanoterapia o la ionoforesi consiste nell’applicazione di correnti elettriche che veicolano farmaci antinfiammatori e/o antidolorifici: l’applicazione può avvenire direttamente sulla zona da trattare (come nella TENS, Fig. 5) o attraverso l’acqua (idrogalvanoterapia o bacinelle galvaniche).
Se la terapia conservativa non riuscisse a risolvere la sintomatologia in ultimo si ricorre alla terapia chirurgica: l’ intervento prevede il taglio del legamento trasverso del carpo (tetto del tunnel carpale). Può essere effettuato con tecnica trazionale o endoscopica. E’ importante non operare il paziente troppo tardi, poichè possono permanere degli esiti.