LA SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE – RIABILITAZIONE

Come definizione della sindrome da immobilizzazione (SI), o ipocinetica o da allettamento, si intende un insieme di segni e sintomi a carico di vari organi ed apparati, che si manifesta quando una persona è costretta all’immobilità (a letto o mantenendo un altro tipo di decubito obbligato) per un periodo sufficientemente lungo, indipendentemente dalla causa e/o dalla malattia che l’ha provocata.
Possono esserne responsabili diversi fattori predisponenti, quali l’età, la ridotta attività fisica, lo stile di vita, fattori psicologici, un inadeguato supporto sociale correlato allo stile/ambiente di vita. Il soggetto anziano, anche in presenza di un evento lievemente invalidante, avrà la tendenza a rimanere a letto od in poltrona: rapidamente andrà incontro ad una riduzione della mobilità.
Apparati coinvolti:
Cardiocircolatorio (scompenso cardiaco, ipotensione ortostatica, astenia al minimo sforzo)
Respiratorio (Dispnea, cianosi, insufficienza respiratoria)
Muscolare (perdita di forze contrattile, ipotrofia)
Osteoarticolare (osteoporosi, anchilosi)
Gastroenterico (Stipsi, fecalomi, sub occlusione, pseudo diarrea)
Urinario (Incontinenza: Urinaria, fecale, doppia, rischio di infezioni)
Neuropsicologico (decadimento cognitivo, stato confusionale, depressione)
Tegumentario (lesioni da decubito)
Il Fisioterapista gestirà quindi la sindrome da immobilizzazione/allettamento innanzi tutto con un posizionamento corretto del corpo del paziente: ciò renderà più agevole l’iniziale mobilizzazione passiva e successivamente attiva/assistita (incrementando la flessibilità articolare). A seguire, l’esercizio fisico in posizione eretta permetterà di contrastare la perdita della capacità aerobica, recuperando progressivamente un idoneo stato funzionale.
Incrementando la stimolazione sensoriale globale, si migliora l’alimentazione e la funzione/controllo degli sfinteri.

Quindi:
1) limitare la permanenza del paziente a letto;
2) mettere in opera il più precocemente possibile tutti i presidi necessari alla prevenzione delle piaghe/ulcere da decubito;
3) cambiare il decubito del paziente con frequenza (almeno ogni due ore);
4) mantenere la massima igiene;
5) stimolare il paziente dal punto di vista intellettivo, facendolo partecipare al programma terapeutico;
6) adattare l’ambiente alle sue capacità funzionali;
7) mobilizzare regolarmente (recuperando la posizione seduta, la posizione eretta, il cammino con o senza aiuto e/o ausili).
Una valutazione continuativa dei progressi e la prevenzione delle complicanze mediche e psicologiche sono di importanza fondamentale per il processo riabilitativo nell’anziano, il che conferma la necessità di una stretta collaborazione tra gli operatori impegnati nel trattamento del paziente con sindrome da immobilizzazione.