Tallonite, un disturbo che colpisce soprattutto gli atleti
Il termine medico esatto è fascite plantare, anche se comunemente è conosciuta con il termine di tallonite. “Quest’ultima, non corrisponde a una vera specifica patologia – precisa Franco Carnelli, Primario della Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia dell’IRCCS Multimedica di Sesto San Giovanni -, ma indica solo uno stato infiammatorio doloroso nell’area del calcagno. Né più né meno come il termine periartrite viene riferito dai profani a una sofferenza intorno alla spalla, senza distinguere fra patologie muscolo-tendinee, legamentose, borsali, ossee, degenerative, traumatiche o infiammatorie che siano. In pratica, non si tratta di una diagnosi vera e propria. Per determinare di cosa si tratta precisamente, è spesso sufficiente un esame clinico, senza dovere ricorrere per forza a indagini strumentali, come radiografie e TAC, anche se possono essere utili per evidenziare o escludere ulteriori cause di dolore al tallone, quali artrosi, fratture da stress e persino tumori”.
“Il dolore tipico di una infiammazione alla fascite plantare – sostiene d’Agostino – è in gran parte dovuto alla ripetizione continua di microtraumi, che poi si ripercuotono sulla fascia, sfibrandola via via. Alla base di questa degenerazione, vi è la perdita di elasticità del legamento, associata al suo accorciamento. Queste lesioni solitamente sono impercettibili e per nulla gravi, ma necessitano di tempi piuttosto lunghi per essere riparate del tutto”. Le persone che tendono più facilmente a soffrirne – precisa Carnelli – sono quelle attive (non capita mai sedentari che hanno spesso problemi ben differenti): gli obesi, gli sportivi in genere (specie quelli mal allenati), le donne in gravidanza, le persone con deformità dei piedi, cavi o piatti che siano, coloro che indossano calzature non adeguate, ma anche la debolezza di alcuni muscoli della gamba e degli estensori delle dita del piede. Esposto a questa patologia anche chi soffre di tiroide, di malattie metaboliche, infiammatorie-reumatiche, vascolari, autoimmuni. Per questi soggetti, diagnosi e terapia sono del tutto differenti e, per essere efficaci, richiedono interventi ad hoc”.
1. In piedi, di fronte a una parete, a circa un metro di distanza. Collocate il piede sano in avanti rispetto all’altro. Mantenete la gamba posteriore diritta con il tallone appoggiato a terra e la punta dei piedi rivolte in avanti. Appoggiate le mani al muro e, gradualmente, inclinate in avanti il busto fino ad avvertire una certa tensione a livello del polpaccio. Tenete la posizione per almeno 20 secondi e ripetete 3 volte. Se la tensione avvertita è troppo leggera anche con il busto molto inclinato, distanziatevi maggiormente dalla parete.
2. Seduti a terra con la gamba del piede dolente tesa in avanti e appoggiata dritta solo sul tallone, e l’altra piegata, avvolgete un asciugamano attorno alla volta plantare del piede infiammato e impugnatelo alle estremità, con entrambe le mani. Lentamente, tirate l’asciugamano verso il corpo, percependo la tensione dei muscoli della parte posteriore della coscia e della fascia plantare. Mantenete la posizione per almeno 20 secondi e ripetete 3 volte. Se la tensione avvertita è troppo leggera, riponete l’asciugamano e fate l’esercizio, inclinando il busto in avanti e cercando di tirare verso di voi la punta del piede con le mani.
3. Potete optare se stare seduti o in posizione eretta o seduta. Con il piede colpito da fascite plantare scalzo afferrate un tovagliolo con la punta delle dita, sollevatelo leggermente, e poi lasciatelo cadere. Ripetete venti volte.
4. Con la pianta del piede appoggiata al terreno, sollevate le dita mantenendo il tallone in appoggio. A questo punto abbassatele, toccando il terreno a eccezione dell’alluce. Ora toccate il pavimento anche con l’alluce, sollevando solo le altre quattro dita. Ripetere per venti volte.
5. Sedetevi su una sedia, con le ginocchia piegate a 90° ed entrambi i piedi completamente appoggiati al pavimento. Ora alzate verso l’alto la punta del piede colpito da fascite plantare, mantenendo il tallone appoggiato al terreno. Mantenere la posizione per 5 secondi. Rilassatevi e ripetete l’esercizio dieci volte.